...é la sua carta vincente. In Germania promettere di migliorare la riforma del lavoro durante la campagna elettorale, per il candidato alla cancelleria tedesca Martin Schulz é come calare un Pocker d'assi. Si tratta infatti di un tema molto sentito, e nello specifico auspicato dalla Sinistra tedesca che chiede proprio questo tipo di correzione sin da quando la riforma venne attivata.
Se Schulz riesce a fare ció che dice é una bella cosa: vuol dire piú garanzie per i lavoratori disoccupati, che allo stato attuale rischiano in breve tempo di finire incastrati nel sistema assistenziale Artz IV ( disocuppati di lungo termine ):
Gli effetti: ci saranno meno licenziamenti, e piú possibilitá di essere reintegrati nel lavoro una volta perso quello precedente avendo piú tempo e piú garanzie di copertura finanziaria in tutto il periodo. Mentre invece per chi dopo appena un'anno e mezzo di disoccupazione finisce in Artz IV subisce una sorta di pregiudizio inspiegabile; vale a dire che nei soggetti inquadrati in "Arbeitlos II" vi é una certa diffidenza da parte dei datori di lavoro, da questa diffidenza infatti parte anche la svalutazione capacitiva del disoccupato, che dovrà subire e accettare le condizioni salariali del "NUOVO PADRONE": Insomma si corre il rischio di passare da lavoratore di serie A ( anche se con qualifica alla mano, Curriculum, o qualsivoglia ) a lavoratore di serie B
( über Leistungen nach dem zweiten Sozialgesetzbuch (SGB II) Leistungen zur Sicherung des Lbennsunterrhaltes)
Ebbene se Schulz andrà a "correggere" questi effetti anomali dell'intera riforma del lavoro firmata da Gerand Schröder, come per altro la Sinistra di Gregor Ghisi e Oscar Lafontaine hanno sempre denunciato, sarà un bel passo avanti per la locomotiva tedesca, che in effetti merita vanto del suo sistema lavorativo e delle forze a disposizione, mai abbandonate al proprio destino neppure nei periodi di crisi...
di
Barolus Viginti
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