"L'angolo dei vecchi"
Ricordi di infanzia e gioventù
Fú il titolo di un racconto che scrissi a scuola alla fine degli anni 60 riferito proprio a questa casa, dove sotto questo piccolo portico adiacente alla piazza dove per due volte alla settimana facevano il mercato, si riunivano Gli uomini piú anziani dl paese. Erano uomini nati alla fine del 1800 e all'inizio del 1900.
Era gente con due guerre mondiali sul groppone, quindi cose da raccontare né avevano.
Io da bambino ero molto curioso quindi starli ad ascoltare per me
era molto interessante oltre che divertente.
Non so che fine abbia fatto quel testo che per altro fu pubblicato anche nel giornalino di classe che mandammo ai nostri coetanei in continente, e precisamente in una scuola elementare di Cesta; un paesino in provincia di Ferrara.
Forse a Bonarcado qualche mio compagno di scuola se lo ricorda ancora.
Naturalmente poi tornavo a fare l'asinello; ripudiavo la matematica; amavo solo il disegno, le applicazioni tecniche e la lettura.
Credevo e intuivo che la storia che proponevano nelle scuole non erano credibili, per cui mi creavano confusione e mi destabilizzavano.
Troppe distrazioni allora per dedicare anima e corpo allo studio, anche l'ambiente in cui vivevo non permettevano dedizione e applicazione; pensavo anche che le lezioni fossero intenzioni programmate di plagio, una sorta di lavaggio di cervello che ci distraeva da quello che veramente era la vita reale. Un vero peccato e un rammarico sempre vivo cresciuto nel tempo.
Per fortuna i tempi sono cambiati, la mentalità anche se di poco e cambiata, il livello di istruzione é più alta di allora dove per altro si contavano un'ampia percentuale di popolazione adulta analfabeta che non era mai andata a scuola.
Approfitto di questa occasione per raccontare un altro fatto non meno interessante e importante di quanto ho soprascritto.
In italiano e in grammatica non ero certo da dieci e lode, ero con leggera insufficienza bravino, all'inizio mi impegnavo, quando passai alle medie cominciava pure a piacermi e mi applicavo, ma in varie occasioni una certa signorina Bellomo (insegnante di lettere) mi diceva testuali parole, ovvero: "tanto ti boccio lo stesso". Se mi avesse dato dei ceffoni sarei stato piú contento, tant'é che quelle parole non me le sono mai dimenticate, e di tanto in tanto mi tornano della mente e mi rattristano, e ancora penso: ero solo e indifeso di fronte a queste scorrettezze, non potevo e non sapevo reagire, e soprattutto non potevo parlare con i miei, non avrebbero capito e avrebbero dato ragione all'insegnante; era meglio tacere e subire allora.
Erano decisamente altri tempi...
Ma nonostante tutto oggi posso dire di essermela cavata egregiamente: feci la scuola per imparare a fare l'elettricista, ho fatto il verniciatore e il sabbiatore industriale, poi venni influenzato dalla passione per la cucina qualificandomi sul campo; ho lavorato in grandi alberghi e in ristoranti importanti e rinomati dove ho maturato esperienze e soddisfazioni.
Nella vita ho maturato l'idea che se uno merita i meriti arrivano in modo giusto.
Oggi mi avvio verso la vecchiaia in modo sereno; con un nuovo fegato, ma decisamente in buona salute e sereno.
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