di Mario Tozzi, da La Stampa
Un’intensa campagna pubblicitaria, fintamente imparziale, cerca di indurre da qualche settimana nelle teste dei cittadini l’idea che sia ora di tornare all’energia nucleare. Gli italiani si erano peraltro espressi, in assoluta maggioranza, contro già nel 1987, e hanno sempre ribadito, nei sondaggi, la loro generale contrarietà all’atomo. Oggi si cerca di far pensare che il contesto sia cambiato, che è giusto cambiare idea e che Cernobil è ormai lontana. All’interno di un auspicato dibattito di idee il cui risultato, però, sembra già scritto: i tempi sono maturi perché l’Italia abbracci questa forma di energia. Nessuno di questi presupposti è, però, purtroppo vero. Purtroppo, perché chi non vorrebbe una forma di energia potentissima (un kg di uranio arricchito fornisce tutta l’energia di cui un italiano ha bisogno nella sua intera vita), sicura, priva di inquinanti o di emissioni clima-alteranti e magari inesauribile e a buon mercato?
Il contesto non è cambiato rispetto a 25 anni fa, anzi, semmai è peggiorato rispetto alla scelta atomica. La tecnologia è ancora sostanzialmente quella, figlia del lavoro di Fermi negli Anni Quaranta: non esistono impianti nucleari di quarta generazione. È come se, entrando in un negozio di elettrodomestici, chiedeste una radio a valvole. I miglioramenti non hanno impedito incidenti come quello di Tokaimura (Giappone 1999), né che i reattori francesi siano spesso arrestati per problemi. L’Italia dipende forse di più oggi dall’estero per i combustibili fossili, ma l’uranio non evita questa dipendenza, semmai l’accentua, visto che non ne abbiamo nel sottosuolo patrio e che le riserve mondiali sono valutate in 5 miliardi di tonnellate, che basteranno, forse, per ancora mezzo secolo (se non si costruiscono nuovi impianti, altrimenti le scorte si riducono di conseguenza, tanto che si rischia di costruire impianti che non avranno più combustibile, vista la vita media di oltre 40 anni).
I costi sono addirittura, in proporzione, aumentati: una centrale necessita di 8-9 miliardi di euro (stima Areva, che costruisce i reattori Epr) che non si capisce bene quale investitore privato possa mettere in campo. Secondo il Mit il costo medio del capitale nucleare è superiore (10%) a quello delle altre fonti energetiche (7,8%). E secondo Moody’s il prezzo medio dell’energia nucleare è più elevato del gas (+26%), ma anche dell’eolico (+21%), arrivando alla media, per MWh, di 151 dollari. In realtà noi sapremmo quanto costa esattamente 1 kWh prodotto per via atomica solo quando il primo kg di uranio della prima centrale nucleare al mondo sarà reso innocuo. Cioè più o meno fra 30.000 anni. Sono le spese di smantellamento e di inertizzazione delle centrali e delle scorie, le «esternalità» nucleari, del tutto comparabili a quelle del petrolio o del carbone: costi sociali che pagano sempre i cittadini in termini di sanità e benessere.
Il problema delle scorie è irrisolto: non esiste al mondo nemmeno un sito definitivo per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Pensare che un giorno sarà disponibile una tecnologia adatta significa addossare alle prossime generazioni un fardello che nessuno ha il diritto di affibbiare. Non si sa poi bene dove costruire la prossima centrale in un Paese che è sismico, soggetto a rischio idrogeologico e vulcanico, densamente popolato e quasi privo di pianure e di grandi corsi d’acqua. Una nuova centrale Epr necessita di oltre 65 metri cubi al secondo di acqua e non si sa nemmeno se il Po possa sostentarla in eventuali periodi di secca. Resta il mare, con tutti i problemi di inurbamento residenziale che si possono immaginare.
Il ricorso al nucleare è una scelta di grossi gruppi industriali supportati dalle banche d’affari, che non tiene in nessun conto l’ambiente e le esigenze dei cittadini (in Italia la gran parte dei comuni si è dichiarata denuclearizzata). Certo, è lecito fare i soldi sul nucleare, ma li si fanno anche sulle mine antiuomo o sulle armi senza che ciò susciti cori d’entusiasmo. Efficienza energetica nella produzione e negli usi finali dell’energia, migliore coibentazione di case e palazzi (1/3 dei consumi totali, che può essere ridotto del 50-70% senza perdite di benessere, ma solo costruendo meglio e isolando termicamente), eliminazione degli sprechi, risparmio energetico, decentramento: questi sono i comandamenti da seguire oggi. Aspettando magari un nucleare senza scorie o l’idrogeno che verrà.
(27 gennaio 2011)
Il mio auspicio é che abbiate la meglio, ma non sulle mie esternazioni che rimarranno nero su bianco. Voglio che abbiate la meglio per ció che vi siete proposti per migliorare un paese che ci é comune ad entrambi. Solo l'ignoranza inoltre rimane indigesta, l'opinione, di qualsiasi natura essa sia va rispettata tanto é la natura col suo tempo dovuto a darne conferma e giudizio.
Io non intervengo da concorrente diretto, io sono uno, uno dei 1702 cittadini e per di piú residente all'estero. Mio interesse e stare collegato con il paese in cui sono nato e cresciuto e mi interesse potere esprimere sempre il mio punto di vista rapportato sempre alle informazione che ho a disposizione. Queste informazioni a volte le capto qui su fcb, sono divulgate da ragazzi attenti e intelligenti in cui si scorge spesso anche il tuo nome.
Caro Cristian io non faccio altro che fare due piú due.
Non potete buttare tutto alle ortiche in questo modo via, quello che scrivete voi tutti vale quanto quello che scrivo io.
In quanto a me posso esporre le mie impressioni ma chiaramente non posso risolvere tutti i problemi da solo, i passi avanti in quel di Bonarcado si fanno insieme riflettendo bene su cosa si vuole e cosa non si vuole fare, la responsabilità é di tutti.
Che io sia in favore dell'amministrazione attuale é tutto da verificare, chi mi ha seguito sa bene quanta satira e critica ci ho fatto.
Ribadisco peró che Mario Dott. Sassu é persona degna e onesta, insieme a tutto in gruppo che lo ha accompagnato. Forse non lascerà segno ma di certo ha fatto il suo lavoro nei limiti consentiti. Questi limiti poi sono scanditi in vario modo anche dagli umori di tutti i cittadini, quindi anche qui un'invito alla riflessione é dovuto.
Certo se dovessimo fare paragoni non esistono amministrazioni da rimembrare, nessuna é mai stata meglio di un'altra, e nessuno spunta fra tutti da immortalare a tal punto da scolpirne la figura in un statua; come lo fu Italo Ortu nel vicino paese Bauladu, o per andare piú lontano, precisamente a firenze, con Giorgio La Pira.
Un saluto
tu scrivi:
Bore che cavolo scrivi... non puoi pretendere che ti siano svelate certe cose, cosi senza nessuna riservatezza e senza la tua partecipazione al progetto.
Caro Cristian ma non stiamo parlando di cosa pubblica, di amministrazioni comunali, di candidati nella fattispecie?
Non sei tu stesso insieme ad altri a denunciare da tempo la scarsa partecipazione con la trasparenza dovuta, dell'amministrazione i loco col resto dei cittadini?
Di che vogliamo parlare se appena dopo una frase segue la contraddizione?
Dove deve essere la riservatezza, non mi pare poi sia stato chiesto cosa fanno lor signori in camera da letto!
Se é questa l'aria nuova e futuristica a Bonarcado la vedo veramente male, dalla padella alle brace insomma.
Speriamo almeno che i frutti siano a "gofasa" altrimenti ti dovrai risentire.....
Quando si tratta di argomenti pubblici si gioca a carte scoperte e tu lo sai come auspichi spesso, non mi pare di stare ad inventarmi nulla, se poi il gruppo é fase di composizione é valida la riservatezza, ma se il gruppo é in fase creativa lo dovrà pur comunicare ai suoi elettori o no?
Saluti
Ps:
Questa imposizione a piantarla poi non é certamente di ispirazione democratica.......
se vogliamo discuttere bene altrimenti penso che sia fuori luogo usare certi termini, in caso contrario io la finosco qui.
Abbi pazienza eh!
Sembra un messaggio in codice...
Comq ho capito cosa vuoi farmi capire peró "non ti pighes sa parte manna" faciamo parti uguali per favore.....:D:D
Riassumendo
Riassumendo con esigenza analitica, diciamo, possiamo notare che nessuno dei commentanti esprime parere sostanziale sul contenuto del post. Si ignora totalmente, come si puó leggere fra le righe, tutte le problematiche contenute nel messaggio.
Nessuno che abbia accennato uno solo dei temi menzionati: "Salto di Cracchedu" condizione territoriale a livello idro geologico, agricoltura, urbanizzazione, stato sociale, e poi aggiungo il dramma dei cacciatori vittime inconsapevoli dell'industria delle armi e di uno stato che pur di guadagnarci sulle concessioni chiude gli occhi sulle condizione in cui vige la fauna nei nostri territori, un disastro insomma.
Eppure sto parlando di signori che vogliono fare la rivoluzione, di gente che vuole cambiare le cose in meglio, di gente che vuole dare un calcio in culo ai "tradizionali" politicanti stufati,