Il futuro a 5 Stelle

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giovedì 11 gennaio 2024

Chi é che vuole fare il pandoro alla Ferragni?

 


il caso Ferragni sempre piú farraginoso.

Come direbbe Biglino: -FACCIAMO FINTA CHE-

In un contesto di probabili ipotesi...

*INTANTO IL SIGNOR BALOCCO STENTA ANCORA CREDERCI*


In Italia sono migliaia gli influenzer che seguono le orme della Ferragni ( geniale donna d'affari che ha inventato un nuovo modo di fare marketing ).
Chiara Ferragni é diventata una vera macchine per fare soldi sfruttando tutte le opzione che gli si presentano. Un'imprenditrice geniale, dicono molti.
´É questo forse é anche il motivo per la quale la donna é caduta in un trappolone.

In un SISTEMA ( in cui naviga questa nuova categoria di cui é stata l'inventrice ) senza regolamentazioni, e dove lucrare diventa facile dando ben altre impressioni all'opinione pubblica, e agli stessi seguaci.
Dunque anche le donazioni di beneficienza diventano affare di marketin. Il ritorno di immagine in questo caso sono semplicemente un investimento che va oltre nel tempo. Se poi queste donazioni finiscono pari pari nei conti medesimi le cose cambiano. Se invece persistono degli errori, delle leggerezze involontarie, le cose cambiano ancora. E se queste leggerezza sono manovrate da terzi, beh, le cose si complicano. Vogliamo per questo mandare al rogo la Feragni senza neppure passare prima nelle aule dei tribunali? Si!? Alla faccia allora del garantismo, della presunzione di innocenza, e degli asini che volano.


Tutto nella norma dunque?
Siamo in Italia, tutto é possibile, ma spesso l'ultima a venire fuori é sempre la veritá.

Io credo alla buona fede della Ferragni che assumendosi la responsabilità per quanto accaduto ( per errore, dice lei ); per giunta: ( azione rara nell'Italia dove si cade dal pero per carichi pendenti di cui non saprebbero nulla ) dona a sua volta un milione di Euro all'ospedale Regina Margherita di Torino.
I gesti contano, e di questi gesti la Ferragni né ha fatti tanti senza dire nulla a nessuno. Chi la conosce bene lo confermano e lo sottoscriverebbe in ogni caso.

A quanto pare però di normale in questa storia c'é poco, salvo la stessa che é come se fosse finita in un tritacarne.
Sarà possibile che in questo mondo strano della promozioni commerciali, solo la Ferragni sia diventata la pecora nera da fare bollita nelle acque torbide, e separate da quelle in cui sguazzano centinaia di migliaia di persone? E se ci mettessimo anche le fondazioni che per altro, per Statuto, devono operare liberi da interessi lucrosi?
Fondazioni note e meno note, ma sicuramente con grandi poteri nella manovrabilità del denaro altrui: risparmi privati, donazioni libere, offerte, denaro pubblico, azionisti, operatori finanziari ed economici di vario genere, influenti e di varia capacità persuasiva. Potenti insomma!
Ci sono un pó tutti dentro il calderone dei fini secondari, e terziari agli scopi ufficiali ricorrenti dove giá di per sé tutto si muove in una coltre grigio oscuro.
La Ferragni é l'unica responsabile (ammesso che lo sia) di appropriazione indebita di denaro che invece per ritorno di immagine, questo gli sia concesso, sarebbero dovuti andare in beneficienza?

Mi scappa quasi da ridere!
Ma veramente é da credere che una che ha costruito un impero cada in errori grossolani di questa portata?

Puó essere che invece la Ferragni stava diventando troppo espansiva e dominante. Potente a sua volta.
Sono noti gli alterchi che il marito della Ferragni abbia intrapreso pubblicamente con esponenti importanti della politica, senonché del governo, argomento per giunta meritevole di un capitolo a sé.
Puó essere che la Ferragni cominciava a dare fastidio a chi realmente detiene il monopolio delle promozioni commerciali, delle donazioni e delle grandi corporazioni che molto silenti muovono i fili di tutto?

Avere dei dubbi é lecito, per tanto invito chi vorrà che una bella serie di domande é giusto porle...

Dal canto mio sento un grande odore di vendetta, e di braccaggio di una concorrente che stava affondando il suo tacco dodici sui calli di tanti che invece si muovono nella quiete ombrosa di certi palazzi.