Il futuro a 5 Stelle

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domenica 13 novembre 2016

L'Europa delle disuguaglianze che esalta e premia i furbi e le mafie, che uccide la classe media e affama i popoli

Dieci anni di euro: costo acqua +79,5%, costo rifiuti +70,8%, costo elettricita’ +48,2%, costo treni +46,3%…Grazie di cuore ai farabutti che ci hanno portato in Europa prendendoci per i fondelli!!


Abbiamo regalato miliardi di Euro alla Bulgaria, alla Romania, alla svolacchia e altri paesi dell'est Europa, senza che avessero i numeri in ordine per entrare nell'UE, in cambio di delinquenza comune, borseggiatori seriali, Rom, e pochissima qualità...

Va anche detto che l'assorbimento di questi paesi vale piú come conquista strategica delle geopolitiche occidentali, quindi gli effetti negativi derivanti per la Nato, ma piú per l'America a cui il patto atlantico impone obbedienza incondizionata, sono stati calcolati come prezzo da pagare...
É chiaro che poi per fare tornare i conti a pagare sono stati sempre i contribuenti dei paesi piú ricchi...
Per non parlare poi delle élite bancarie e delle grandi catene multinazionali, che oltre ad avere prosciugato il capitale comune, né ha causato anche l'insolvenza strutturale. Ben lontani dunque dai sani equilibri che permetterebbero all'unione di applicare gli stessi criteri contributivi ai 28 paesi aderenti ( a cui dobbiamo anche aggiungere e tenere conto delle dislocazioni delle attività, favorite proprio dalle differenze legislative e normative, senonché, delle differenze del quieto vivere: del costo della vita per l'appunto, a cui é stata sapientemente evitata ogni sorta di effetto inflazionistico o regressivo del valore dell'Euro. "Un'Europa a sei corsie, come una moderna autostrada" ironizzarono i piú scaltri, e oggi capiamo meglio il significato di quella frase.

Le nazioni dell'Est continuano a privilegiare una linea fedele ai costi delle loro vecchie monete ( con la benedizione del direttivo centrale Brussellese ) causando alcuni effetti dannosi, che aggi ben conosciamo, ai paesi che hanno di piú contribuito, e purtroppo sono costretti a contribuire ancora se non si interviene con un piano di risanamento efficace...
Può mai restare in piedi una struttura governativa di queste dimensioni se si usano due pesi e due misure in base al potenziale finanziario di origine di ogni paese aderente (oppure del PIL ) aggiornato nel tempo?
Impossibile considerando i tempi trascorsi: ció significa che in Europa si vogliono mantenere alcuni paesi "morenti" succubi e manovrabili, da dove i cervelli fuggono; altri che fanno la parte sana, la parte elitaria, la parte dove si concentrano i meritevoli che vogliono fare credere nonostante tutto di fungere da locomotiva, e altri, la parte contributiva, altrettanto condizionata, ricattabile, quindi manovrabile a sua volta.

Morale vuole che siamo tutti prigionieri su un treno infettato da un virus mortale ( mi torna in mente il film con Sofia Loren "Cassandra Crossing") che viaggia in un Binario morto ( altro che autostrada a sei corsie ) verso Cassandra Crossing, un vecchio ponte che crollerà al passaggio del treno, e dove per emblema si salverà solo l'ultimo vagone. Attenti dunque che se si accorgono ci mandano tutti sulla motrice.
Il che significherá che rifiutare una promozione coscienti di non meritarla puó allungare la vita a tutti...

Di 
Barolus viginti


In allegato: dal Blog "la pillola Rossa"

Tra il 2010 e il 2014 solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate piu’ che in Italia. Se a Madrid l’aumento medio e’ stato del 23,7 per cento, in Italia l’incremento e’ stato del 19,1 per cento. Tra i grandi Paesi d’Europa, invece, la Francia ha registrato un rincaro medio del 12,9 per cento, mentre la Germania ha segnato un ritocco all’insu’ dei prezzi solo del 4,2 per cento.


L’area dell’euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell’11,8 per cento: oltre 7 punti percentuali in meno che da noi. I calcoli sono stati effettuati dall’Ufficio studi della CGIA che oltre a eseguire una comparazione tra l’andamento delle tariffe amministrate nei principali paesi d’Europa ha analizzato anche il trend registrato tra il 2004 e i primi 11 mesi del 2014 delle tariffe dei principali servizi pubblici presenti nel nostro Paese.
Negli ultimi 10 anni, a fronte di un incremento dell’inflazione che in Italia e’ stato del 20,5 per cento, l’acqua e’ aumentata del 79,5 per cento, i rifiuti del 70,8 per cento, l’energia elettrica del 48,2 per cento, i pedaggi autostradali del 46,5 per cento, i trasporti ferroviari del 46,3 per cento, il gas del 42,9 per cento, i trasporti urbani del 41,6 per cento, il servizio taxi del 31,6 per cento e i servizi postali del 27,9 per cento. Tra tutte le voci analizzate, solo i servizi telefonici hanno subito un decremento: -15,8 per cento, ma si tratta di compagnie private, non si servizi pubblici
Sottolinea il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi: “Nel nostro Paese i rincari maggiori hanno interessato le tariffe locali. Se per quanto concerne l’acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i piu’ contenuti d’Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono del tutto ingiustificabili. A causa della crisi economica, negli ultimi 7 anni c’e’ stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente e’ diminuita anche la quantita’ di rifiuti prodotta. Pertanto, con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe dovevano scendere, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Si pensi che nell’ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2 per cento in piu’, contro una inflazione che e’ aumentata solo dello 0,3 per cento”.
L’analisi di Bortolussi si conclude esaminando le cause che hanno incrementato le altre voci tariffarie: “Gli aumenti del gas hanno sicuramente risentito del costo della materia prima e del tasso di cambio, mentre l’energia elettrica dell’andamento delle quotazioni petrolifere e dell’aumento degli oneri generali di sistema, in particolare per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti rinnovabili. I trasporti urbani, invece, sono stati condizionati dagli aumenti del costo del carburante e quello del lavoro. Non va nemmeno dimenticato che molti rincari sono riconducibili anche al peso fiscale che grava sulle tariffe che, purtroppo, da noi tocca punte non riscontrabili nel resto d’Europa. Inoltre, nonostante i processi di liberalizzazione avvenuti in questi ultimi decenni abbiano interessato gran parte di questi settori, i risultati ottenuti sono stati poco soddisfacenti, e in molti casi pessimi. In linea di massima, oggi siamo chiamati a pagare di piu’, ma la qualita’ dei servizi resi non ha subito sensibili miglioramenti. Speriamo che la riduzione del prezzo del petrolio registrata in questi ultimi mesi comporti per l’anno venturo una contrazione delle tariffe, soprattutto di luce, gas e trasporti che sono le principali voci di spesa che gravano sui bilanci delle famiglie e delle piccole imprese italiane”.
Resta il fatto che in 10 anni di euro invece di avere stabilizzato i prezzi e migliorato i servizi, l’Italia ha aumentato a dismisura i prezzi dei servizi e peggiorato la loro qualità.
fonti varie

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