Il futuro a 5 Stelle

Il futuro a 5 Stelle
Il futuro con il Movimento 5 stelle é un dono del cielo

mercoledì 16 febbraio 2011

Elezioni comunali a Bonarcanto


Per spianare la strada a Pol ci vuole la ruspa
Ma dai, spianare la strada a Pol; Avrá anche delle qualità, é uno che si da fare, nella musica, nel multimediale, nei giochi: Giocava a flipper già da quando era nella culla, può essere anche un genio in questi limiti appena accennati, ma non mi si venga a dire che sia un comunicatore trainante irresistibili nel largo raggio, veramente pieno di iniziative attinenti alla gestione della causa pubblica!!? Oddio interessi ne ha, anche molti, ma per fare il sindaco anche se di un paesino  in andropausa ci vuole ben altro.
 Non ho voglia di denigrare Pol, ho sempre sostenuto che é un ragazzo per bene, ma fare il sindaco o altre mansioni attinenti penso non sia lui la persona giusta.
Lo vedo invece, magari, accodato in cordata di un gruppo con delle qualità veramente marcate. L'alternativa al lassismo attuale deve essere veramente composto da gente con le idee chiare, consapevole dello stato sociale in cui si vive a Bonarcado, del modo sgraziato e disordinato in cui si urbanizza da sempre (quasi come se i mezzi di locomozione fossero ancora carri trainati da buoi) nulla che venga realizzato pensando alla viabilità urbana del futuro. So che quest' argomento a molti sta veramente a cuore, tant'è che qualcuno spesso i suoi strali gli indirizza verso i parcheggiatori maleducati e selvaggi.......
Penso poi lo stato di abbandono dell'intero territorio. A Bonarcado non si produce piú nulla o quasi.

Non si é mai sviluppata quella volonterosa mentalità determinante ed imprenditoriale che permette di competere col  resto del mondo. 
La campagna ha bisogno di interventi concreti sull'aspetto idro geologico. Prendere in considerazione tutte le risorse idriche del territorio non sono uno scherzo; ci vogliono progetti adeguati per depositi, acquedotti, in modo da poter distribuire l'acqua capillarmente almeno dove ve ne sia piú bisogno.  Rimboschimenti (alcuni penso si siano bevuti il cervello, su b:net si dice che intervengono nella ripristinazione boschiva dove giá il bosco esiste) bonifiche per riconvertire i terreni allo "sfruttamento" dell'agricoltura. La coltivazione della vite é in estinzione, quella dell'olivo segue a buon passo, per non parlare dei frutteti rigogliosi del passato, scomparsi dalle nostre campagne. Non esiste piú cultura agricola era carente quando mori mio nonno, é scomparsa quasi definitivamente con la morte di mio padre, per dire. Per dire ancora sono in carenza gli allevatori, che nessuno degli attuali si é poi mai evoluto, adeguato ai tempi, alle nuove tecnologie; tutto allo stallo rurale insomma. 
Gli artigiani invece non solo non si sono evoluti ma si sono estinti, non esistono piú; forse se ne dobbiamo individuare alcuni, basta un dito della mano nel conteggiarli.
Il nostro é un paese in agonia, non cammina ma razzola a rantoli senza fare passi vigorosi.

Ai pastori voglio bene ma voglio dire che da "Cracchedu bisogna staccarsi per un po di anni. bisogna trovare altri pascoli. Il salto Cracchedu e altri, ormai hanno bisogno di interventi adeguati. La presenze assidua delle pecore hanno interrotto giá da troppo tempo i cicli biologici naturali, se anche un nuovo germoglio spunta viene automaticamente mangiato dalle pecore, quindi non nascono piú alberi o vegetazione importante, non avviene piú nessun tipo di impollinazione, la vegetazione continua a morire inesorabilmente.  

E tu parli di spinare la strada a uno che ha giocato a flipper tutta la vita per guidare Land der wunder!!?? Se non si percepisce la tendenza al suicidio poco ci manca.

Assemblea_Oristano.pdf (barole20.novelle@blogger.com)

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domenica 13 febbraio 2011

Caccia in Sardegna: deroga di un mese all'attività venatoria

IN CONTRADDIZIONE TOTALE PER QUANTO RIGUARDA LE POLITICHE DI SVILUPPO E LE PROMESSE RIGUARDANTI IL SETTORE AGRO PASTORALE IL GOVERNO SARDO ALLUNGA IL PERIODO DI CACCIA NELLA REGIONE. IGNORANTI E INCOMPETENTI. FOSSIMO MAGARI MINACCIATI DA QUALCHE RAZZA SELVATICA IN SOVRA-NUMERO SAREBBE DA CAPIRE. SI DA INVECE IL CASO CHE OLTRE AI CORMORANI DEL GOLFO DI ORISTANO CHE DIMEZZANO IL PESCATO, LE ALTRE RAZZE SONO TUTTE PRESSAPOCO IN CARENZA NUMERICA E ALCUNE SONO DA CATALOGARE A RISCHIO ESTINZIONI.

A chi serve per far si che la stagione venatoria venga allungata?
Non di certo ai Sardi, penso, con l'economia isolana che fatica a decollare, non é certo continuando a distruggere la fauna che si possa avere un aumento del PIL, anzi, si prospetta sempre di piú di abbassare i livelli di vivibilità in una Regione giá di per se gestita da parassiti e servi di poteri piú alti, che poco importa del reale benessere auspicabile per il popolo Sardo.
Tali politiche possono solo convenire e riempire le casse di chi vende fucili e munizioni, di chi intasca i dividendi di tutto il business, dei politici corrotti che permettono tutto ció. E il popolo Sardo come sempre rimane in disparte.

giovedì 10 febbraio 2011

Nucleare italiano

LA TRAGEDIA INFINITA DEI CONVOGLI CONTENENTI SCORIE NUCLEARI CHE INTERESSANO DIRETTAMENTE ANCHE L'ITALIA NONOSTANTE IL REFERENDUM ABROGATIVO DEL 1987


sabato 5 febbraio 2011

Taranto Chiama Italia - Maratona dei beni comuni

Ecco le ultime importanti novità da parte di PBC.

Domenica 13 febbraio dalle 14 alle 20,30 assolutamente da non perdere la maratona dei beni comuni – Taranto chiama Italia (salute, ambiente, occupazione, territorio) in diretta da tutta Italia: la puoi seguire direttamente da casa, con il tuo computer suwww.perilbenecomune.net! Interverranno medici, esperti, giornalisti, oltre a rappresentanti di comitati.

Presentazione dell’evento - http://www.perilbenecomune.net/index.php?p=24:6:2:119:362

Video spot - http://www.youtube.com/watch?v=GCrNpWniQ6k

Editoriale - http://www.perilbenecomune.net/index.php?p=24:6:2:119:364

Altri appuntamenti: in Sardegna (18 febbraio) e in Campania (21 febbraio): non perdere di vista l’apposita sezione “Agenda” sul sito di Per il Bene Comune!

Nuova sede PBC: in Via Recchi 31, 44122 Ferrara – Tel./Fax. 0532 733656

Adesioni: è cominciata la campagna di adesioni 2011 a Per il Bene Comune. Partecipa anche tu! Per diventare parte attiva di PBC o per rinnovare la tua vecchia adesione, basta cliccare qui: http://www.perilbenecomune.net/index.php?p=24:1:2:164 Il modulo di adesione deve essere spedito via fax o email (o via posta ordinaria) entro il 31 marzo.

Il Punto: continua l’appuntamento del mercoledì con la rubrica Il Punto. Mentre vi invito a seguire lo speciale “Il Punto con la Dottoressa Gentilini” su inquinamento e salute di mercoledì 9 febbraio, potete seguire la scorsa puntata sul blog dedicato: http://ilpuntotv.blogspot.com/

Infine, PBC ha partecipato alla segreteria operativa di Uniti e Diversi, che si è tenuta a Milano il 30 gennaio. In allegato ricevete il verbale dell’incontro.

Continuate a seguire il sito www.perilbenecomune.net per essere sempre aggiornati e...passate parola!

venerdì 4 febbraio 2011


Le false promesse del nucleare

di Mario Tozzi, da La Stampa

Un’intensa campagna pubblicitaria, fintamente imparziale, cerca di indurre da qualche settimana nelle teste dei cittadini l’idea che sia ora di tornare all’energia nucleare. Gli italiani si erano peraltro espressi, in assoluta maggioranza, contro già nel 1987, e hanno sempre ribadito, nei sondaggi, la loro generale contrarietà all’atomo. Oggi si cerca di far pensare che il contesto sia cambiato, che è giusto cambiare idea e che Cernobil è ormai lontana. All’interno di un auspicato dibattito di idee il cui risultato, però, sembra già scritto: i tempi sono maturi perché l’Italia abbracci questa forma di energia. Nessuno di questi presupposti è, però, purtroppo vero. Purtroppo, perché chi non vorrebbe una forma di energia potentissima (un kg di uranio arricchito fornisce tutta l’energia di cui un italiano ha bisogno nella sua intera vita), sicura, priva di inquinanti o di emissioni clima-alteranti e magari inesauribile e a buon mercato?

Il contesto non è cambiato rispetto a 25 anni fa, anzi, semmai è peggiorato rispetto alla scelta atomica. La tecnologia è ancora sostanzialmente quella, figlia del lavoro di Fermi negli Anni Quaranta: non esistono impianti nucleari di quarta generazione. È come se, entrando in un negozio di elettrodomestici, chiedeste una radio a valvole. I miglioramenti non hanno impedito incidenti come quello di Tokaimura (Giappone 1999), né che i reattori francesi siano spesso arrestati per problemi. L’Italia dipende forse di più oggi dall’estero per i combustibili fossili, ma l’uranio non evita questa dipendenza, semmai l’accentua, visto che non ne abbiamo nel sottosuolo patrio e che le riserve mondiali sono valutate in 5 miliardi di tonnellate, che basteranno, forse, per ancora mezzo secolo (se non si costruiscono nuovi impianti, altrimenti le scorte si riducono di conseguenza, tanto che si rischia di costruire impianti che non avranno più combustibile, vista la vita media di oltre 40 anni).

I costi sono addirittura, in proporzione, aumentati: una centrale necessita di 8-9 miliardi di euro (stima Areva, che costruisce i reattori Epr) che non si capisce bene quale investitore privato possa mettere in campo. Secondo il Mit il costo medio del capitale nucleare è superiore (10%) a quello delle altre fonti energetiche (7,8%). E secondo Moody’s il prezzo medio dell’energia nucleare è più elevato del gas (+26%), ma anche dell’eolico (+21%), arrivando alla media, per MWh, di 151 dollari. In realtà noi sapremmo quanto costa esattamente 1 kWh prodotto per via atomica solo quando il primo kg di uranio della prima centrale nucleare al mondo sarà reso innocuo. Cioè più o meno fra 30.000 anni. Sono le spese di smantellamento e di inertizzazione delle centrali e delle scorie, le «esternalità» nucleari, del tutto comparabili a quelle del petrolio o del carbone: costi sociali che pagano sempre i cittadini in termini di sanità e benessere.

Il problema delle scorie è irrisolto: non esiste al mondo nemmeno un sito definitivo per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Pensare che un giorno sarà disponibile una tecnologia adatta significa addossare alle prossime generazioni un fardello che nessuno ha il diritto di affibbiare. Non si sa poi bene dove costruire la prossima centrale in un Paese che è sismico, soggetto a rischio idrogeologico e vulcanico, densamente popolato e quasi privo di pianure e di grandi corsi d’acqua. Una nuova centrale Epr necessita di oltre 65 metri cubi al secondo di acqua e non si sa nemmeno se il Po possa sostentarla in eventuali periodi di secca. Resta il mare, con tutti i problemi di inurbamento residenziale che si possono immaginare.

Il ricorso al nucleare è una scelta di grossi gruppi industriali supportati dalle banche d’affari, che non tiene in nessun conto l’ambiente e le esigenze dei cittadini (in Italia la gran parte dei comuni si è dichiarata denuclearizzata). Certo, è lecito fare i soldi sul nucleare, ma li si fanno anche sulle mine antiuomo o sulle armi senza che ciò susciti cori d’entusiasmo. Efficienza energetica nella produzione e negli usi finali dell’energia, migliore coibentazione di case e palazzi (1/3 dei consumi totali, che può essere ridotto del 50-70% senza perdite di benessere, ma solo costruendo meglio e isolando termicamente), eliminazione degli sprechi, risparmio energetico, decentramento: questi sono i comandamenti da seguire oggi. Aspettando magari un nucleare senza scorie o l’idrogeno che verrà.



(27 gennaio 2011)