Il futuro a 5 Stelle

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lunedì 26 dicembre 2016

A cosa servono le macerie che lascia la guerra

Intanto insieme al sangue, la fame, le malattie, i morti, le macerie, le guerre, lasciano un trauma indelebile nella memoria. La guerra é un misto di odio, prepotenza, ignoranza e debolezza, nonostante la potenza di fuoco che si possa mettere in campo; é il genere umano che perde sempre: nello specifico qualcuno ci guadagna, ma in generale é un fallimento totale. 

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Le guerre si possono evitare ma evidentemente e nonostante gli illuminati di saggezza suprema, ancora non hanno trovato la formula giusta che metta d'accordo tutti, senza fare uso delle armi. Ammesso che gli uomini non siano irresponsabili, ciò che la guerra produce serve a chi governa il mondo, é risaputo che serve la materia preziosa e indispensabile per la collettività, intesa come energia etc., e servono meglio le menti con tutta la carne del genere umano. Non é difficile a questo punto tracciare un profilo su chi trae utilità dai conflitti in questo mondo. Tolti gli interessi energetici e di mercato: ammesso e auspicato che alla fine di ogni conflitto col tempo si stabilisca un certo equilibrio e ordine nel bene di tutti. Restano le anime, la parte interiore spirituale; e quale miglior modo per plagiarla, renderla debole, quindi manipolabile se  non la guerra. Illusione pura!
Ed ecco che automaticamente inizia un nuovo corso di diversificazione fra i popoli, di divisione dunque, che riaccende la conflittualità.
Dal che dovremmo renderci conto che le guerre sono doppiamente inutili. Dovrebbero averlo capito da millenni, invece a un certo punto la ragione e il senso di responsabilità finisce, viene a mancare, come se le esperienze fossero state cancellate dalla memoria.
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Ricordo quando la coalizione occidentale intraprese l'operazione "Tempesta nel deserto" contro Saddam Hussein; per tranquillizzare l'opinione pubblica terrorizzata dagli scenari che si stavano per aprire, gli esperti militari dicevano: - saranno interventi chirurgici mirati-  le bombe intelligenti guidate dai GPS Radar avrebbero permesso di risparmiare i  civili nei centri abitati; ci accorgemmo dopo che non andò proprio così; morirono anche donne, bambini e anziani. Effetti collaterali dissero.
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Oggi di fronte alla tragedia Siriana, dal 2011,, delle bombe intelligenti non si parla piú, o meglio, ne parlano secondo esigenza di comodo, per rassicurare in qualche modo l’opinione pubblica mondiale:  Possono essere tutte intelligenti o tutte "stupide": insomma intanto le sganciano é basta, uguale dove, basta solo ci siano i famigerati e temuti terroristi Jihadisti, quindi se si fanno scudo con qualche centinaio di civili poco importa ( i sacrificio pare valga la candela ) del resto sono considerati interventi necessari da chi vede la cosa con obiettivo militare; dettagli insomma di una tragedia che non vede la fine. L'importanza della vita umana ha poco valore nel  contesto.
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Dipende poi da chi le sgancia le bombe: con quel che costano, malgrado, viene calcolato il risparmio in suon di Dollari; la prudenza quindi é necessaria, ma solo per limitare le spese: si scelgono obiettivi prettamente militari, tipo campi, rifuggi, covi,  colonne in movimento, e quando si tratta di centri abitati, scrutano per bene l'importanza degli obiettivi, per  non rischiare comunque di non colpire anche dei civili inermi ovviamente. 
Queste sono misure precauzionali che l'America con gli alleati hanno sempre preso in considerazione nonostante tutto. Poi bisogna tenere conto della convenzione di Ginevra!
Dell'ermetica Russia sappiamo poco: le bombe le sganciano anche loro, ma visto che tutto avviene in sincronia con i comandi militari internazionali, che si sono spartiti i compiti e le zone, viene da pensare che abbiano le stesse premure, salvo pensare poi alle divergenze, alle simpatie e agli interessi verso tribù, fazioni settarie di varie estrazione, e Stati piú o meno legittimi, e non certo equiparabili e amichevoli fra loro. 
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Alla luce del sole combattono tutti gli estremisti jihadisti. Le varianti dicono che la Russia difende Assad, sia dagli jihadisti che dagli oppositori che lo vorrebbero rovesciare dal potere. 
L'America con grande imbarazzo ( avendoli creati ) combatte anch'essa le fazioni Jihadisti perché non piú controllabili; ma da sempre optano al rovesciamento del regime di Assad. 
Russia e America che si guardano in cagnesco a distanza per le questioni geopolitici in gioco, ma pur sempre guardinghi dal calpestarsi i piedi a vicenda, essendo però d'accordo che in ogni caso c'é bisogno di uscire dalla morsa obbligata dalle armi, per tornare poi a dare voce alla mediazione diplomatica. 
Anche i Turchi dovrebbero nutrire un certo imbarazzo nei confronti dei temibili Jihadisti visto che ci hanno fatto affari (in nero) per qualche hanno, ma essendo anche membri Nato, gli combatte, con ambiguità, senza convincere tanto la comunità internazionale, ma comunque c'é, é presente e si fa notare sia di giorno che di notte, quando non rinunciano neppure di colpire i Curdi ( che a loro volta fra la Siria, la Turchia e  l'Iraq, cercano di crearsi una Patria per liberarsi dalle tirannie dei regimi che occupano e opprimono le loro terre) gli colpisce dentro e fuori dai suoi confini, approfittando della confusione. 
Poi gli Iraniani che appoggiano lo Sciita Assad insieme agli Hezbollah libanesi e i russi. 
Ci sono tutti nella grande contesa territoriale della Siria e dell'Iraq: anche la giordani e la falsa l'Arabia Saudita a Maggioranza Sunnita, quindi contro l'Iran e contro Assad. 
Intanto c'é chi aspetta a dovuta distanza per raccogliere i cocci e ricostruire applicando i loro dettami, che sono quelle del mercato globalizzato che si espande. C'é anche Israele a livello di intelligent che lavora in modo che nessuno dei suoi storici nemici prendano potere, e che in qualche modo possano acquisire le capacità di colpirli ..
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Se la coalizione internazionale qualche scrupolo se lo fá quando sgancia le bombe, viene automatico domandarsi: -ma allora le città siriane e irachene chi le ha distrutte, come mai alcune sono rase al suolo? 
Chi ha permesso questa grande tragedia, e perché?
Tutti verrebbe da dire:chiunque abbia imbracciato armi pesanti ha causato distruzione e morte; ma pur essendo la guerra controproducente per tutti, la fanno lo stesso, ignari che quella manciata di persone che canterà Vittoria finale non si sarà sporcato di certo le mani. 
Insomma, in effetti chi ha realmente distrutto le città Siriane e Irachene, sono gli stessi figli, i nativi Patrioti, a furia di cannonate, attentati dinamitardi e bombe fatte in casa di varia potenza, credendo di difendere la loro terra. Una guerra fatta nelle strade fra fazioni, nei centri abitati. Una guerra fra fratelli, dove la coalizione osservava e osserva dall'alto, fomenta e appoggia secondo convenienza. La guerra é guerra, ma questa guerra fratricida forse piú tante altre deve fare pensare e fare riflettere, ma soprattutto insegnare che forse é meglio non farle.
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Pur trattandosi di guerra civile intestina,  dietro c’è comunque la globalizzazione che tramite i potentati economici e finanziari mondiali ( sono questi che mirano alla raccolta dei cocci, e alla ricostruzione, per poi imporre il loro dominio. Ecco che la guerra allora diventa investimento per quella parte di umanità scaltra, invasive e prepotente) che premono con sistematiche azioni di "intelligent" , in particolare gli americani, per destabilizzare tutta la Regione medio orientale. 
La guerra: un processo di cospirazioni e di inganni, un progetto che doveva finire presto, però finito male, fallito, sfuggito di mano. 
La guerra sai quando inizia ma non si sa quando finisce: lo sanno ma gli uomini ci cascano sempre. potevano essere risparmiate molte vite, quindi  con meno spargimenti di sangue, ma evidentemente alla ragione prevalgono altri interessi; e poco importa se non siano a beneficio dell'umanità.
Poteva essere breve se non ci fossero state resistenze da parte dei regimi dominanti, ma tutti cercano inevitabilmente ed egoisticamente di pensare al proprio orticello.
Una certa fetta di responsabilità va attribuita sicuramente al regime di Bashar al-Assad, che nonostante il crescente dissenso popolare all'epoca, truccando le elezioni volle rimanere al potere. 
Con un governo diverso, aperto a tutte le correnti, rispettando tutti, quindi stabile, nulla sarebbe potuto accadere in Siria.  
La comunità internazionale non fece nulla per garantire stabilità, anzi, come ben sapiamo accese la miccia studiosamente. Considerando la condotta di Assad, nell'essersi messo di traverso contro l’avanzare della globalizzazione, 
l’occidente, o meglio, i potentati economici mondiali, come detto; con incalzanti interventi destabilizzanti, finanziati,  hanno favorito l’innesco dei conflitti fra fazioni Sunnite e Sciite, oggi piú cruenti che mai. Dal che Assad facendosi forte dietro le spalle dei russi, e malgrado il crescente dissenso popolare, resiste a ogni attacco, dando origine a nuovi fermenti e conflitti che rinnovano e risvegliano l'odio reciproco millenario, in realtà mai placcato, fra Sunniti e sciiti.
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Per capire bene ogni crisi mediorientale bisogna fare una prefazione, bisogna chiedersi innanzitutto chi sono i Sunniti e gli Sciiti?  
Sono in qualche modo due rami dinastici discendenti dal profeta, che dalla sua morte avvenuta nel 632 dc, non fanno altro che scannarsi a vicenda perché in netta contraposizione su chi siano i veri eredi. 
Subito dopo la morte del Profeta, i futuri Sunniti sostenevano che a sostituire Maometto, quindi a rappresentare la comunità Mussulmana, doveva essere il suo braccio destro, il Califfo Abu Bakr; fondatore insieme al profeta dell’Islam, senonché grande amico ( non l’avessero mai fatto ) . 
I futuri Sciiti invece ritenevano che la guida predestinata fosse un diretto discente maschio della sua famiglia; quindi non avendo figli maschi, optarono per il genero del Profeta, certo Ali ibn Abi Talib. Iniziarono da allora tutte le ramificazioni identitarie affiliate ai due rami, piú o meno dinastici, in variazioni di pensiero, e teologico che il Corano tramite i suoi Imam andavano indottrinando, e quindi  nel tempo le dinastie aumentano e si ramificano insieme alle conflittualità familiari che dai primi albori finivano quasi tutti nel sangue. 
Nacquero le comunità di tipo settario: i Lashkar, e i parenti Jhagvi, i tehreek imparentati con i Taliban, poi gli hezbollah, i salafiti, i  wahabiti, etc. etc. e tutti rivendicano in qualche modo la discendenza diretta dal profeta. Un groviglio di interessi protratti nel tempo che ha causato ricchezza per alcuni, povertà per altri: quindi anche conflitti, spargimenti di sangue, terrore e morte.
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Tutte le varianti di pensiero tribale, filosofico e teologico, dove l'uomo si arroga il diritto di diffondere il volere di Dio, ma che diedero, anche, origine ai conflitti che durano sino ai nostri giorni. Sin dall'inizio si scambiano accuse pesantissime fino alla dissacrazione reciproca: i Sunniti ritengono gli sciiti sono  i nemici peggiori dell’Islam. Mentre gli Ebrei e i cristiani per i Sunniti sono solo degli infedeli e basta; anche in questo caso dimenticando che anche Maometto in origine era Ebreo, quindi "fratello dei Cristiani e degli stessi Ebrei".
Gli Sciiti sono considerati eretici perché adorano la dinastia del Califfo Ali ibn Abi Talib che con il Profeta era solo parente acquisito e non vi era nessuna correlazione sanguigna. peccato che non abbiano mai preso in considerazione che lo stesso vale anche per Abu Bakr, mai sottolineato da nessuno, nonostante l'importanza di grado; forse mancavano di coerenza?
Di sicuro si sarebbero risparmiati a vicenda un sacco di guai, ma evidentemente gli interessi erano altri molto piú importanti e redditizi dei due personaggi in questione, e dello stesso grado parentelare con il Profeta. E poi non é detto che col trascorrere i secoli nel vedere il sangue scorrere non ci abbiano preso proprio gusto. Un certo sadismo traspare anche nei tagliatori di testa odierni. Forse nel rispetto della tradizione?
Naturalmente da profano miscredente infedele, quest'ultima osservazione resta solo una mia modesta opinione, ma lo dice anche la fame di sangue che risalta sempre nella loro odiosa manifestazione espressiva..
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Detto questo torniamo alle scene siriane. Per destabilizzare e favorire gli scopi di parte, gli americani sono sempre in prima fila alla ricerca piú che altro di fonti energetiche: il petrolio: altro motivo non meno importante, che aggrava la situazione negli equilibri di tutta la Regione medio orientale.
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Il conflitto Siriano poteva essere breve se non ci fossero state resistenze da parte dei regimi dominanti e dei gruppi settari in lotta, ma la resistenza di Bashar Al Assad é stata inaspettata. Una certa responsabilità sugli esiti gli va attribuita;  nonostante il crescente dissenso popolare all'epoca, truccando le elezioni volle rimanere al potere. Con un governo stabile nulla sarebbe potuto accadere in Siria, neppure con l'incalzare della coalizione capeggiata dagli Anglo Americani che avrebbero perso ogni consenso a livello internazionale, nell'intento di espandere l'imperialismo economico delle banche e del mercato globalizzato.
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Assad nonostante il trascorrere degli eventi e nell'aversi fatto molti nemici, resiste a ogni attacco, e riconquista territorio casa per casa, anche se  nel fermento conflittuale risveglia, in realtà mai placcato, l’odio millenario reciproco fra Sunniti, sciiti, e altri rami dinastici dell'una e dell'altra fazione settaria.
Il conflitto Siriano quindi, non poteva che rivelarsi intricato e complesso, dove si é assistito alla nascita imprecisata di gruppi insurrezionalisti armati; alcuni armati direttamente dall'America, come sapiamo, dando vita a gruppi di fazione Sunnita , identificati meglio sotto la sigla ISIS. In primo luogo erano destinati a combattere contro Assad; invece tracciarono imprevedibilmente altri obiettivi, uno fra i quali il ripristino dei califfati in Iran e in Irak, per poi ambiziosamente espandersi per il nome " é scritto nel corano" Tutti i mussulmani lo auspicano, e il loro sogno a occhi aperti; per questo chiamano tutti alla guerra Santa: il "Jihad":  chiamano per altro combattenti mussulmani da tutto il mondo per unirsi alla Jahd, esattamente come facevano i jihadisti di Al Qaeda ( guarda caso Sunniti ) ora oscurati dai piú cruenti militanti di Dahesh (ISIS) ma non certo meno temibili e insidiosi. Bisognerebbe dire che cambia la sigla che gli individua, ma sia fazione e intenti sono gli stessi.
A questo punto la guerra potrebbe sembrare fuori controllo e fuori logica piú che mai. Gli islamisti Sunniti dell'ISIS perdono terreno e battaglie a catena. Quegli che si salvano scappano. arrivano in Europa: fanno proselitismo agganciando molti militanti, seminano terrore e sangue anche nelle cittá Europee, ci attaccano in casa nostra.
Si espandono, si mimetizzano fra noi, mettono a riposo il loro istinto, ma appena troveranno l'occasione, l'appoggio, la complicità, le armi, colpiranno. Per loro é guerra santa: ci vedono come nemici appestati, indegni e infedeli; per noi é solo terrore a cui bisogna fare fronte e tentare di sconfiggere, e per sconfiggere un nemico bisogna, isolarlo, renderlo innocuo, bisogna annientarlo prima che lo facciano loro, e prima che anche le nostre città vengano ridotte in macerie; urge quindi porsi ora la domanda nel caso le macerie possano servire a qualcosa .                                                  
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Di Barolus Viginti
Il Populisrta




http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/12/25/siria_bombardamenti_turchi_su_al_bab_il_bilancio_delle_vittime_sa-68-555638.html

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