Il futuro a 5 Stelle

Il futuro a 5 Stelle
Il futuro con il Movimento 5 stelle é un dono del cielo

sabato 23 febbraio 2019

Alcuni semplici punti su cui ogni elettore sardo dovrebbe ragionare

Salvini ha pur detto che sanno come "ammorbidire i pastori" dopo le elezioni: " siamo stanchi di vedere buttare via il latte, e le strade bloccate per le proteste ". 
I prefetti sono pronti con urgenti emendamenti repressivi. 
Questa volta gli picchieranno nel loro territorio, che suonerebbe come un'affronto inaccettabile. Puntuale però é arrivato il monito del ministro di Grazia e Giustizia Bonafede ( del M5S ): -prima di attaccare i pastori con gli agenti antisommossa dovrai passare sul mio cadavere - ha fatto trapelare tramite informative interne. 
Anche Di Maio ha tirato le frecce contro Salvini ribadendogli che chi crede di risolvere la vertenza dei pastori in 24ohr. stá sono prendendo in giro i pastori...i sardi sappiano dunque, che di Salvini non possono fidarsi. 
Per lui siamo marginali a tutto in Italia, e su questi parametri saranno concentrate le loro politiche se andranno a governare la Sardegna; il che significa inceneritori, mondezza degli altri paesi, deposito nucleare unico. e chissà non abbiano in serbo di risvegliare la corsa al nucleare, che a priori gli italiani scartarono ogni dubbio nel referendum del 2011, ma non per questo con loro ci si debba sentire al sicuro. Berlusca parla di ulteriore cementificazione delle coste sarde, quindi del turismo controllato da società straniere, che tradotto significa -niente utili ai sardi-

I problemi legati al comparto agro-pastorale a Salvini importano poco (diversamente i problemi gli avrebbero dovuto risolvere quando erano al governo) tant'è che vorrebbe che il mercato sardo fosse dominato dalle industrie alimentari del Nord; che per ordine relativo giá il mercato sardo subisce la sopraffazione che l'import comporta sui produttori e i consumatori sardi. Questo é quanto negli schemi immediati del dopo elezioni, nel caso Salvini, alleato con il centrodestra, quindi anche con Berlusconi e la Meloni ( solo per fare due nomi che con la Sardegna non hanno nulla da spartire, ma solo da togliere ).
 I sardi lo sappiano che votando il centro sinistra, il centrodestra e i loro alleati sardi, porteranno la Sardegna nel buio totale, e per almeno 5 anni andranno avanti con misure sempre piú restrittive causate della imposizione dei mercati stranieri, e dove le opzioni sulle riforme urgenti andranno in letargo. Buon voto a tutti! W il M5S!

venerdì 22 febbraio 2019

Le solite accozzaglie anche fra partiti sardi che traghettano voti versi i partiti italici.

Signori pastori sardi ancora due giorni di calma apparente, e solidarietà da parte del Ministro Salvini; il tempo che rimane per votare il nuovo consiglio Regionale, dopo la scorpacciata di consensi ( tramite la coalizione in cui si é schierato ) schiererà persino l'esercito per impedire ogni forma di protesta da parte dei pastori sardi.
Votare Solinas significa votare anche questi partiti che seguono. L'inganno é servito sempre secondo il metodo tradizionale delle accozzagli. Vedremmo dunque se ancora una volta sarà infallibile, o se i sardi vadano alle urne con piú responsabilità e chiarezza su chi scegliere per il futuro.
Intanto ecco gli schieramenti che si contenderanno la possibilitá di governare la Sardegna.

Christian Solinas
  • Lega - 14,6% (Matteo Salvini-Maroni- Calderoli-Il trotta, e il padre moribondo etc)
  • Forza Italia - 6,3% (Silvio Berlusconi)
  • Riformatori Sardi - 4,8%
  • UdC - 4,2% ( Pierferdinando Casini e la nostalgica della peggiore DC italiana, madre di tutte le accozzaglie e delle tangenti per raggirare gli ostacoli democratici che il buon senso impone a chi é chiamato ad amministrare i beni pubblici )
  • Partito Sardo d’Azione - 3,1% ( i padri costituenti si saranno rivoltati nella loro tomba )
  • Fratelli d’Italia - 3% (Giorgia Meloni)
  • Unione dei Sardi - 1%
  • Sardegna20Venti - 0,7%
  • Fortza Paris - 0,5% ( Gianfranco Scalas , Domenico Gallus e Renato Lai ) FORZA PARIS PER CHI? Anche loro incastrati nell'accozzaglia che in Sardegna sancirà una nuova stagione politica anche per il crinale di Arcore..
  • Energie per l’Italia - 0,3%
  • Sardegna Civica - 0,3% . Sassari Gaetano Alfredo Cau Forni, Angelo Francesco Cuccureddu noto Franco, Giommaria Giuseppe Deledda noto Gionni, Pietro Demurtas, Maria Paola Demuru, Giuseppe Manca, Antonia Angela Mattu nota Angela, Antonella Mette, Pina Mulas, Salvatore Andrea Pala noto Andrea, Maria Vittoria Porcu nota Mavi, Maria Lucia Tirotto.
Olbia Tempio Marco Battista Cuccu noto Marco, Lucia Caterina Masala, Maurizio Pais, Massimo Rizzu, Valentina Ruiu, Anna Maria Maddalena Stangoni.
Nuoro Angela Arca, Pamela Delrio, Marco Demuru, Giovanni Ladavera Lubrano, Gian Marco Mura, Veronica Rizzu.
Ogliastra Pietro Muceli, Maria Salvatorica Siri.
Oristano Attene Gianfranco, Garau Simona, Maira Giovanna, Manca Giorgia, Mura Gian Luca.
Cagliari Isabella Boi, Mauro Borsetti, Roberto Caredda, Giorgio Concas, Alessia Cossu, Pier Paolo Cotza, Erica Cugis, Raimondo Deiana, Valerio Doa, Elio Mameli, Simonetta Melis, Doriana Perra, Stefano Piano, Marco Pisano, Valentina Pischedda,
Anna Rita Soggiu, Monica Stella, Marco Sulis, Antonina Usala.
Medio Campidano Stefano Camboni, Marino Ibba, Elena Massa, Maria Francesca Pinna.
Carbonia - Iglesias Giorgio Alimonda, Valentina Cattari, Ilenia Mura, Gianfranco Trullu.
Come fate a fidarvi di questi candidati, non per nulla i sondaggi gli danno al 0,3%; nulla se non fosse che questi voti offerti a Sardegna civica fanno bottino alla Lega, a FI di Berlusconi, e a fratelli d’Italia delle Meloni etc.

Massimo Zedda
Quí non c’é neppure il bisogno di commentare. É la sinistra delle vergogne che non esiste piú, eppure loro insistono, ci contano ancora. Riconfermarli alla guida Regionale della Sardegna, il risultato sarebbe quello di dare continuità all'amministrazione attuale. Chi vota per questa coalizione dovrebbe sapere giá come sarà il prossimo futuro, vale a dire, peggio del tempo passato, e di quello attuale...
Partito Democratico - 12,6%
Sardegna in Comune - 6,3%
Futuro Comune - 3,1%
Noi la Sardegna - 2,6%
Campo Progressista Sardegna - 1,6%
Liberi e Uguali - 1,4%
Cristiano Popolari Socialisti - 1,2%
Progetto Comunista per la Sardegna - 0,5%

Francesco Desogus: Movimento 5 Stelle - 23,5% ( Si chiama Francesco Desogus il candidato del Movimento Cinque Stelle per le elezioni regionali in Sardegna. Si vota domenica 24 febbraio per eleggere il presidente della Regione e il Consiglio regionale. Il M5S é unica forza politica concreta che a differenza dei partiti tradizionali merita lo scettro della volontà di cambiare partendo dei bisogni del territorio, accorpando a sé la nuova pacifica rivoluzione che ormai va avanti lenta e inesorabile da oltre un decennio. Il M5S non ha mia tradito i suoi elettori ed é la prima volta che partecipa alle Regionali in Sardegna. Al momento attuale e per come si prospettano i tempi futuri quale migliora scelta possono fare i sardi se non quella di volere cambiare veramente i paradigmi della politica che fino a oggi gli ha considerati cittadini di serie B; e con chi se non con il M5S.

Mauro Pili
Sardi Liberi - 4,1% ( in Mauro Pili io vedo la solita minestra riscaldata. Pili ha avuto già l’occasione di amministrare la Sardegna, ma anche lui a suo tempo non lasciò il segno; o meglio, non fece nulla per risolvere i problemi che oggi fanno collassare il sistema produttivo sardo. Onore per le sue battaglie, anche se non hanno mai portato frutti. per me non é il candidato giusto per portare la Sardegna fuori dalle problematiche che la affliggono da sempre. Comunque meglio lui che tutti gli altri schieratisi con i partiti italiani, fuorché il M5S, naturalmente..)

Andrea Murgia: Autodeterminazione - 1,8% (altro nostalgico di sinistra che fu candidato con Renato Soru nel 2009. Per il resto vi mando al significato di base con la quale danno nome al partito, dando all'elettore poco accorto l’illusione che “Autodeterminazione” sia espressione principale con la quale ogni sardo dovrebbe lottare per la propria terra. Come é detto però trattasi di autentica illusione. Andrea Murgia di autodeterminazione non esprime nulla, se non quella di conquistarsi una poltrona dove poi con il suo ipotetico 1,8% non avrà i numeri neppure per aprire bocca. Fará bene solo al suo conto in banca; per i sardi non cambia nulla).

Paolo Maninchedda: Partito dei Sardi - 1,4% ( professano la rivoluzione intelligente, ma io nelle sue fila vedo solo dei volta gabbana fra sardi, che non gli ha portati da nessuna parte. Parole, parole, parole, ma niente di fatto se non per disgregare )

Vindice Lecis :Sinistra Sarda - 1,1% ( che vuol dire sinistra sarda? Nulla; secondo me non esistono. Non ha senso, e votarli é segnale di grande inconsapevolezza )

Il mio auspicio é che i sardi si guardino bene dal dare il loro consenso alle solite accozzaglie. Il M5S corra da solo come di tradizione, e parte con un bel 23,5%. Hai sardi dunque basterebbe poco per dare una spallata e mandare il Maggioranza il M5S. Sicuramente i benefici si vedrebbero da subito sia sulle problematiche industriali delle Sardegna, che del comparto agro-pastorale. Non lasciatevi sfuggire questa occasione per cambiare il corso della storia anche in Sardegna..

Di BAROLUS VIGINTI

sabato 20 ottobre 2018

A chi fa paura lo Spread?

Spread, sappiano dove lo mettiamo lo spread...
..é l'unica arma che hanno a disposizione per terrorizzare i mercati reali, e i comuni mortali, ma é un bene secondo me che venga usato e manipolato per dare segnali di obiezione, in questo caso, all'Italia per via del cambio di rotta rispetto alle politiche partitocratiche tradizionali. Per ció per il governo attuale é piú opportuno resistere e andare avanti senza fare passi indietro in rispetto del programma intrapreso, e nel rispetto degli elettori che si aspettano il cambiamento.
In breve vuol dire vuol che deve essere il mercato globalizzato insieme al sistema finanziario a dovere cambiare i paradigmi, devono essere loro ad adeguarsi alle esigenze dei paesi, delle zone geografiche UE, dove ancora cerca di resistere la vera e unica economia reale.
D'altronde i veri contrappositori della sana rivoluzione in atto sono pochi, e il restanti chiedono garanzie; gli industriali, ad esempio, che si aspettano segnali confortevoli e di sicurezza da parte della politica, e li trovano. Il M5S ha giá risposto a queste aspettative con il programma di governo, e la realizzazione.
I pochi che pensano al proprio introito da dietro invalicabili "barricate" (banche e multinazionali in primis) sono i "nemici" conclamati dell'umanità; sono loro a mettersi di traverso creando le condizioni che avvelenano quel sistema sano che passo dopo passo va sempre piú concretizzandosi, e bloccando ogni accenno di cambiamento usando appunto lo spauracchio dello Spread.
É giusto peró fare una precisazione: nel caso il M5S tiene duro e va avanti senza farsi condizionare o intimidire dalle minacce, saranno loro poi a dovere adeguare tutti quei paradigmi che furono concepiti a beneficio di alcuni, e a scapito i molti.
É tempo di cambiare e lo Spread usato a scopo persuasivo, come arma impropria, non deve impaurire nessuno se non a loro stessi che né azionano l'asticella.

giovedì 18 ottobre 2018

UE minaccia bocciatura finanziaria 2019

Bisogna tornare indietro circa di due anni per capire le angherie contemporanee a danno del governo giallo-verde, e degli italiani, da parte del governo europeo.
Sui conti pubblici allora l'UE concesse 13,6 miliardi di flessibilità in cambio di “maggior sforzo, che tradotto in parole spicciole, vuol dire che si poteva sforare sul patto di stabilità, riconoscendo in effetti che i conti non erano poi tanto male ( secondo loro ):
Ora viene spontaneo constatare che nonostante la rigorosa scrupolosità nella formulazione del Def per il 2019, Bruxelles si mette a fare le pulci sull'Operato del governo.
Cambiò persino nome: da patto di stabilità, diventò legge di bilancio, e permetteva uno sforamento di 13,6 miliardi di euro ( se la memoria non mi tradisce ) e che si rivelò non certo una buona mossa considerando poi gli effetti negativi sui conti in generale durante l'amministrazione Renzi, il pinocchio di Rignano Val D'Arno.
Non so voi, ma io mi sento ingannato e preso in giro dal governo Europeo. Il problema dunque non é certo il DEF in se ma bensì le intenzioni del governo che prevede di sviluppare politiche a misura di cittadino; dimostrando il contrario di quanto abbiano fatto loro in passato in zona euro, oltre che in misura vergognosa anche in Italia per mano di una finta Sinistra e della Destra berlusconiana .
La domanda ora é: come mai seppur in condizioni peggiori di oggi, gli stessi personaggi, al secolo Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis, commissario degli affari esteri, e il presidente Junker, nel 2016, in riferimento al Def di allora, si complimentarono addirittura con l'Italia; mentre in questo caso, nonostante un quadro specifico piú prudente, rivoluzionario e ambizioso, rischia di essere bocciato?
Da rammentare poi di quanto sotto il Governo Renzi abbia fatto lievitare il debito pubblico, vale a dire circa cento miliardi di euro in piú. Il Def attuale per il 2019 non corre questo rischio perché sono bene specificate quali sono le misure che permetterebbero che il margine di 2,4% abbia ripercussioni finali che provocherebbe un'aumento del debito pubblico. Per altro il governo ha ben specificato i tempi di recupero tramite alcune riforme e tagli mirati fra privilegi sprechi inutili, e ridimensionamento delle ricapitalizzazioni degli utili aziendali, guerra ai grandi evasori, alla fuga di capitali, etc. etc..
E su chiesto pare sia assodato e chiaro: sono questi i motivi la quale la finanziaria rischia di essere bocciata. Se la riforma prevederebbe la solita solfa che permetterebbe ancora di spremere le parti piú deboli, nessuno si sarebbe messo di traverso, e questo appare chiarissimo.
Per tanto il problema é sempre lo stesso:-i signori apolidi della globalizzazione- ( come direbbe il filosofo Diego Fusaro ); in particolare, i potentati finanziari, non vogliono concessioni incisive a favore dei cittadini...
Per quanto riguarda la manomissione della riforma, scoperta dal presidente Conte, l'impressione é quanto segue:
Negano l'evidenza, ovvero, pur di non ammettere la manomissione, vogliono fare credere che era già scritto. Come se il presidente del consiglio Conte e gli altri ministri del Movimento fossero tutti degli imbecilli per non essersi accorti prima.
Ma vi sembrano credibili?
Anche la Lega segue la china della menzogna...
a questo punto la mia impressione é che il governo insieme alla Lega giungerà presto alla conclusione.
Gli italiani dovrebbero capire che il M5S ha tutti contro e vogliono ristabilire il sistema che si stava mangiando l'Italia, stroncando la rivoluzione in corso. Sarebbe un colpo mortale per la sovranità italiana, e sarebbe la fine di un nuovo orizzonte che si stava concretizzando...

É dura ma bisogna andare avanti senza mollare.
Sanno che hanno perso, e lo sapranno ancora meglio a Maggio quando si andrà alle urne per le Europee, per questo fanno di tutto per cercare di coprire di ridicolo il governo, e in particolare il M5S.
I Cittadini stanno dalla nostra parte, non esiste altra alternativa per gli italiani che produce se non la strada già. intrapresa dal M5S.
Passate parola, non permettete alla partitocrazia italiana di rovinare tutto.

Sulla questione anche Vittorio Sgarbi non perde l'occasione di sparare a zero contro il M5S, in particolare contro Di Maio, per tanto rivolgo in sintesi le mie impressioni:
Concedere l'immunità parlamentare a questo pazzo é un crimine contro l'umanità...
Ma voi credete che lui, come tanti altri, media compresi, abbiano letto ( prima e dopo ) il testo in questione?
Questo succede solo dopo che il presidente professor Conte, si é accordo delle aggiunte da mani "anonime".
Il pratica volevano attribuire al M5S delle manovre non previste e fuori dalla linea esecutiva del M.
D'altronde é sempre stato così, la lealtà verso il M5S non é mai stata prerogativa degli avversari; anche per questo hanno sempre perso comunque, e perderanno in futuro. Gli italiani ormai sono vaccinati, non cadranno piú in questa sorta di trappoloni..

Di Barolus Viginti

lunedì 17 settembre 2018

Il direttore di Whistleblower solleva il coperchio dalle devastanti operazioni militari in Sardegna

Di Lucia Moon
Il film è stato presentato in anteprima al Palace Cinemas, a Leichardt, nell'ambito del Lavazza Italian Film Festival.
Il film, che non sarà proiettato in Italia nel prossimo futuro a causa di implicazioni politiche e rischio di incarcerazione per il regista, è una visione sconvolgente delle operazioni militari attualmente in corso sulla già idilliaca isola della Sardegna.

Camillo è tornato sull'isola dopo un'assenza di 18 anni in Australia, e con suo orrore ha scoperto grandi pezzi della sua terra, decimati da misteriose bombe.
Il film descrive la continua ricerca di Camillo per esporre la verità dell'occupazione della Sardegna da parte della Nato: (Organizzazione del trattato atlantico, un'alleanza militare intergovernativa tra 29 paesi nordamericani ed europei). L'occupazione risale all'accordo sulle infrastrutture bilaterali del 1954, firmato dal ministro degli Interni Scelba e dall'ambasciatore statunitense Luce, ma che non è mai stato ratificato dal Parlamento italiano.
L'accordo consentì l'occupazione statunitense della terra italiana, e in particolare della Sardegna, con l'istituzione di molte basi militari dove alcuni dei più grandi eserciti del mondo si allenavano.
Questi includono Stati Uniti, Israele, Francia e Germania.
Gran parte della Sardegna è stata trasformata in un vero e proprio scenario di guerra , con esercitazioni in corso di bombardamento e sparatorie missilistiche.
Il paesaggio è disseminato di carri armati abbandonati, gusci di missili e crateri, oltre a tracce di elementi radioattivi che hanno avuto un impatto scioccante sull'ambiente e sulla salute delle popolazioni locali.
Ciò è particolarmente evidente nella gamma della zona di bombardamento di Quirra, una delle più grandi in funzione nell'UE.
Nel 1988, nella città di Escalaplano, il 25% di tutti i bambini nati malformati o con gravi malattie.
In questo settore sono registrati tassi eccezionalmente elevati di leucemia.
Con l'aiuto di esperti scientifici e medici, tra cui la famosa scienziata dottoressa Antonietta Gatti, Camillo presenta numerosi casi che possono essere collegati al torio a elementi radioattivi, che è stato scoperto nei corpi dei defunti e negli animali deformati.
Camillo denuncia anche l'eventuale presenza di uranio impoverito nell'ambiente, una sostanza chimica radioattiva pericolosa che secondo la Convenzione di Ginevra è vietata in tutti gli atti di guerra.
La NATO è stata precedentemente collegata all'utilizzo di uranio impoverito, nel bombardamento del 1999 della Jugoslavia che ha portato a tassi di cancro enormemente aumentati nelle parti centrali della Serbia.
Ma la NATO nega costantemente i continui rischi per la salute associati all'uranio impoverito, così come la sua presenza in Sardegna.
Il film di Camillo si impegna con le prospettive e le esperienze del popolo sardo, per mobilitarli in segno di protesta contro l'occupazione militare.
Balentes è una parola sarda che indica una persona di valore, che lotta per la giustizia sociale e difende il debole contro l'oppressore.
I sardi sono sempre stati un popolo guerriero, che ha combattuto i molti invasori che sbarcano sulle rive nel corso dei secoli.
Ora questi balentes combattono ancora per la loro patria.
Molti hanno subito una perdita di mezzi di sussistenza, persone care e salute a seguito di operazioni militari.
Insieme alla comunità, Camillo chiede la rimozione di tutte le basi militari dall'isola, il risarcimento per le perdite, la bonifica ambientale e la creazione di nuove imprese sostenibili.
Questo è particolarmente importante per i pescatori che non sono stati in grado di pescare le loro acque da quando la NATO ha preso il controllo dell'area.
Ma la chiamata alla protesta non è solo rilevante per il suolo sardo, dice Camillo.
"Riguarda ogni terra sottoposta a una forza potente.
"Questa è una storia di resilienza.
"Le persone hanno bisogno di conoscere queste storie".
Camillo è anche conosciuta per il suo lavoro antropologico con le comunità indigene in aree remote dell'Australia.
Puoi unirti al combattimento con hashtagging #Iambalentes o #balentesfilm.
firmare la petizione per sospendere tutte le attività militari in Sardegna

Fonte il globo

Guarda anche il video seguente:

domenica 2 settembre 2018

Lontano, molto lontano ancora la pace in Libia

Molto lontano ancora la pace in Libia, e il motivo non é da trovare in loco, ma bensì nelle volontà delle forze multinazionali (non solo belliche) di trovare una soluzione alla crisi mai placcata dalla morte del dittatore Muammar Gheddafi.  

Esigenze di mercato si direbbe se tutto fosse rilegato a dei contesti di normalità basati sulle normative stesse multinazionali. Per la Libia e una grande parte dell'Africa purtroppo non é così. É l'Africa delle fonti di materie prime (fonte di grande ricchezza) da distribuire nel resto del mondo a portare allo sfruttamento sfrenato della stessa "senza pagare dazi" né da distribuirne gli utili ai veri e naturali beneficiari di questi beni, con tutto quello che né é consegue, e né conseguirà ancora in futuro se la comunità internazionale non cambia atteggiamento e interessi nei confronti del Continente africano.

In Libia la pace é molto lontana dunque; nessuno ha interessi di raggiungerla veramente, tranne i libici che ci combattono.
Gli interessi "dei signori apolidi della globalizzazione" come direbbe Diego Fusaro, sono immensi; e la colpa non é delle tante tribù sparse nel territorio libico.

Sono i mercati che premono, corrompendo, sulle tanti fazioni sparse nel territorio libico; in particolare la Francia che ha abbattuto il regime di Gheddafi, anche se bene o male riusciva a controllare il paese del Nord Africa in pace.
Abbattuto, appunto, proprio perché il colonnello Gheddafi voleva istituire un sistema finanziario africano, quindi di interscambi commerciali diretti con il Mondo, invece di subire il controllo da parte della Francia che oggi si accaparra almeno una ventina di Stati africani sotto il suo "protettorato" finanziario, allestito con tanto di moneta: -il Franco CFA-
Nel lontano 1958 Jacques Chirac diceva: - senza l'Africa, la Franci scivolerebbe verso livello di una potenza del terzo mondo- .
Nel 2008 invece Francois Miterrand non si allontano dal quel pensiero, Infatti disse. -senza l'Africa, la Francia non avrà storia nel 21nesimo secolo-. Questo per darvi un'idea della mentalità egoista e distruttiva nella scuola di pensiero francese dove si sono formati questi questi luminari della tirannia; la filosofia del dominatore- invasore a prescindere.


Per tanto voglio apportare un tracciato storico del colonialismo In Africa secondo la scuola degli studi giuridici e monetari “Giacinto Auriti”, Dott.ssa Sara Lapico:


Excursus storico.
La seconda guerra mondiale è terminata. Dalla conferenza di Bretton Woods, convenuta per dare al mondo un nuovo assetto finanziario mondiale vide i natali il 26 Dicembre del 1945, il Franco delle colonie francesi dell’Africa. A segnare la spartizione del mondo onde imporre il proprio dominio con relativi diritti di sfruttamento, ci pensa la moneta unica ancorata al franco francese.
Il franco CFA, ingabbiato in una convertibilità fissa dapprima con il franco francese e oggi con l’euro, è la pietra filosofale dei grandi potentati economici del primo mondo.
Con un cambio del tutto mortificante, assolutamente lontano dal rispecchiare la reale economia di quei paesi, le forze vincitrici affermano la loro arroganza, imponendo ai quei paesi l’imperativo della sola sopravvivenza (quando va bene).
Funzionamento:
Il franco Cfa occidentale è comune a 14 Stati africani (Benin, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Senegal e Togo), mentre il franco dell’Africa centrale è adottato da Cameroon, Repubblica Centrafricana, Chad, Republic of the Congo, Guinea Equatoriale e Gabon. La valuta è gestita dalla Banca centrale degli stati dell’Africa occidentale (Bceao) e dalla Banca degli stati uniti dell’Africa centrale (Beac), mentre la Banque de France e il tesoro francese ne garantiscono la convertibilità.
In sintesi, una situazione che richiama alla mente un euro a due velocità. Il cambio sopravvalutato (ricorda qualcosa?) stabilito in 1 CFA = 1,70 FRF, fu foriero di conseguenze che probabilmente immaginate da soli1.
Esportazioni ridotte all’osso a causa dell’alto costo dei prodotti africani, stagnazione economica, rapporti di forza tra capitale e lavoro a netto vantaggio del primo, povertà, disoccupazione diffusa, bilancia commerciale in perenne deficit, impossibilità assoluta di affrancarsi economicamente2. In pratica, per poter concorrere al commercio internazionale i paesi dell’Africa francese devono comprare euro utilizzando la loro moneta ossia il franco coloniale, con il cambio ad oggi pari a 1 euro= 655,957 CFA.
Nessuna possibilità di riequilibrare il cambio nominale con quello reale, nessuna speranza di colmare gli squilibri della bilancia estera se non a prezzo di una dura austerità, parolina che ormai anche noi europei conosciamo bene. Con una severa stabilità imposta ai cittadini, che si traduce in penuria monetaria cioè in povertà, questi non hanno la possibilità economica di acquistare beni provenienti da altri paesi che aggraverebbero i conti con l’estero. Come qualcuno ricorda, l’austerità fa pagare ai poveri gli errori dei ricchi (o meglio la loro ingordigia).
Così come la commissione europea si arroga il diritto di imporre i propri dettami finanziari ai paesi membri dell’Unione europea, cosìle autorità francesi impongono i propri diktat, non ultimo la circolazione dei capitali, liberi di andare a spasso per il globo alla ricerca della maggiore rendita finanziaria possibile. Si stima che nel 2014 le uscite di capitali ammontassero tra i 620 ai 970 miliardi di dollari, raggiungendo fino al 24% del Pil dei paesi interessati3. Questi flussi in uscita devitalizzano ancor più una già precaria economia che, inevitabilmente, sprofonda sempre più a tutto vantaggio di altre aree finanziarie. Grazie alla condizione di sottomissione dei paesi africani viene loro imposto un rigido controllo dell’inflazione, stessa mission della Bce. Art. 3 art 127 p 1 Trattato sull’Unione europea. Si rende così impossibile l’industrializzazione, infatti si tratta di paesi ad economia prevalentemente agricola, che dipendono pesantemente dalle importazioni, manco a dirlo, francesi.
A questo quadretto si aggiunga l’obbligo per i paesi africani di detenere una riserva di moneta estera pari al 65%. Tradotto significa che su ogni miliardo di prodotti esportati, i paesi coloniali versano al tesoro francese la somma da capogiro di 650 milioni, ricorda nulla?
Il MES (meccanismo europeo di stabilità) possiede un capitale di circa 700 miliardi di euro, di cui 80 miliardi versati dagli stati membri, la cifra restante viene raccolta tramite obbligazioni direttamente sul mercato.
E se un paese membro, ad esempio l’Italia, necessitasse di quel denaro? Semplice: basta chiedere un regolare prestito pagando il relativo interesse (art 3 Trattato istitutivo del MES).
Lo stesso identico schema venne imposto subito dopo la guerra, ai paesi sotto scacco del dollaro. Il progetto di White che disegnò il sistema di funzionamento del FMI, prevedeva infatti un fondo di stabilizzazione internazionale di almeno 5 miliardi di dollari, costituito da oro e divise dei paesi partecipanti, l’equivalente di una riserva. Tali progetti sono studiati per imporre un limite all’incremento della massa monetaria, che quindi non rispecchia appieno lo sviluppo economico dei paesi4. Lo scollamento tra volumi di massa monetaria resa rara rispetto ai beni prodotti, ha il solo scopo di consolidare l’egemonia del capitale e della classe dei rentier, rispetto alla classe sottoposta che produce beni reali. Tali imposizioni infatti sono privi di sinallagma e non ritornano alla comunità che li ha versati, nessun bene e/o servizio.
Anche l’Iva introdotta in Italia con il DPR del 23.10.1972, lungi dal prevedere un “do ut des”, ha come scopo dichiarato l’armonizzazione fiscale.
Dopo vari rinvii si prevede entro il 2020 di introdurre una nuova divisa comune denominata ECO, come sottoscritto nel Trattato di Lagos del 1975 e che stabilisce i seguenti criteri di convergenza:
I quattro criteri principali sono
  • Tasso di inflazione ad una sola cifra alla fine di ogni anno
  • Deficit di bilancio non superiore al 4% del PIL
  • Finanziamento del deficit statale da parte della banca centrale non superiore al 10% delle entrate fiscali dell'anno precedente
  • Riserve esterne lorde che possano dare copertura delle importazioni per un minimo di tre mesi
I sei criteri secondari sono
  • Divieto di nuovi default nazionali
  • Gettito fiscale uguale o superiore al 20 per cento del Pil
  • Massa salariale da tassare pari o inferiore al 35 per cento
  • Investimenti pubblici derivanti dal gettito fiscale pari o superiore al 20 per cento
  • Tasso di cambio reale stabile
  • Tasso di interesse reale positivo.

A tutt’oggi solo il Ghana ha soddisfatto i quattro criteri principali5. È evidente l’impossibilità assoluta di autodeterminazione che svuota completamente di significato la parola libertà, oggi tanto di moda. Sarà un caso che proprio dal continente nero si muovono ondate di persone alla ricerca di nuova vita?
Come diceva il Prof Giacinto Auriti: “la moneta è come l’acqua per i pesci e nei periodi di siccità i pesci si spostano verso le pozzanghere d’acqua”.
Noi ci auguriamo che si ponga fine all’anemia monetaria indotta dall' alto e si restituisca finalmente dignità all’uomo con la proprietà popolare della moneta.

Per Scuola di Studi Giuridici e Monetari “Giacinto Auriti”, Dott.ssa Sara Lapico
06/02/2018



Finché la francia e le finanziarie mondialiste non molleranno la presa in Africa, in Libia e in molti altri Stati africani non vi potrà mai essere la sospirata pace. Spinti, bloccati dal " meccanico impedimento" come direbbe lo stesso Fusaro rammentando Antonio Gramsci...

Europa quindi é maggiore responsabile della destabilizzazione africana: praticamente vogliono prendere due piccioni con una fava sola: uno: l'Africa sotto scacco, dipendente in tutto, quindi controllabile e manovrabile. Due: significa avere milioni di braccia giovani e forti da trasferire in Europa come forza lavoro, e abbattere il costo del lavoro costringendo all'adeguamento anche i lavoratori autoctoni, quindi per avviare il nuovo sistema produttivo europeo verso la "morbida" schiavitù. Da questo passaggio tutti uguali, tutti matricole, tutti codici a barre, o da microchip sottocutanei controllabili 24hr su 24hr. Sará un nuovo mondo produttivo e il lavoro che non ci sarà neanche per gli Europei, figuriamoci se potranno essere integrati tutti.

Per adesso i fatti sono davanti agli occhi di tutti: solo problemi dalla deportazione in corso: morte nel deserto e nel mediterraneo a migliaia. Morte nei paesi europei che gli accoglie: droga, criminalità, violenze di ogni genere. ( forse quando se né accorgeranno veramente, qualcuno né demarcherà anche il fallimento ). Per adesso ogni presagio non porta nulla di buono per la società africana ed europea, e la colpa é al cento per cento dei politici, delle banche, delle multinazionali, e di chi gli appoggia.

Il piano Calergi ha fallito. I sogni "realizzabili" di Soros e di tanti altri pazzi "mondialisti apolidi" sono ispirati e voluti da avido ed egoistico sentimento, e folle ambizione per dominare il mondo.

Sono loro i cattivi che sfidano i buoni, che hanno ispirati gli autori del passato. Il cattivo della saga dei James Bond gli impersona tutti volta per volta. É la storia scritta e dettata dalla fantasia; é la storia anticipata chissà per quale meccanismo visionario balenante nelle menti di questi uomini, che in qualche modo profetizzarono immaginando il futuro.

Per loro, per i cattivi reali dal piano Calergi in poi; quegli che promettono un mondo migliore, nonostante i già evidenti fallimenti, il "meccanico impedimento" non esiste, né si prospetta il pericolo nel prossimo futuro. Il motivo? Semplice, perché la gente, il mondo, deve ancora capire, per poi trovare la forza e l'unione per ribellarsi..

Di Barolus Viginti​

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martedì 21 agosto 2018

Aggiornamento sulla Peste suina africana in Sardegna


Premesso che quanto riporto su questo argomento trattasi solo di opinione personale, quindi uno puó essere d’accordo o in disaccordo, per me il discorso non cambia. O meglio cambia solo d’avanti a dati ufficiali certi relativi da parte degli organi competenti, sempre che abbiano intenzione di sbottonarsi e togliere quel velo opaco che impedisce di vedere e capire meglio il fenomeno.


A molti soggetti ammaestrati, allineati, asserviti, certi discorsi possono sembrare incomprensibili o lontano dal loro modo di valutare e di vedere la realtà. Per questo la Sardegna in qualche modo non é mai riuscita a farsi rispettare.

Parlo di certa classe dirigente sarda che fa di tutto contro gli interesse dei Sardi. Perché distruggere quando é persino meno costoso aiutare la Sardegna rurale a modernizzarsi. Stanno regalando il mercato sardo alle lobby extra-isolane, e non si rendono conto.

E vengo al dunque:

Il problema non é tanto la peste suina in se: lo spiega bene l'emendamento del 2.08.2018 approvato dalla Regione sardegna, in una motivazione conseguente agli articoli (Art.4 al capoII); il problema é il sistema economico arcaico considerato abusivo. Il che possiamo essere anche d'accordo che in qualche modo le "aziende" a conduzione familiari, si mettano in regola per contribuire meglio allo sviluppo della società sarda. Ma se questi pazzi quel sistema lo distruggono invece di aiutarli a fare azienda regolamentata e sicura, diventa evidente che la peste suina diventa solo un pretesto per abbattere ogni sorta di resistenza a un mercato che intende capovolgere gli antichi paradigmi.


Piú pretesto che priorità per la salute. Che senso ha poi se poniamo il problema davanti alle malattie moderne, il diabete in testa, causate dall'alimentazione industriale?


Siamo sotto la scure di una tirannia architettata e ben funzionale agli interessi delle lobby che vogliono impadronirsi di tutto, per renderci piú deboli, manovrabili e sottomessi a delle regole contro natura ed esigenze dei territori in cui prendono possesso.

Lo sapevate poi che al momento attuale, e mi riferisco all'anno corrente 2018, la peste suina in sardegna, secondo l'istituto zootecnico, é pressoché debellata oltre il 90%. Due soli casi nel 2018, e però fra l'Ogliastra, l'Oristanese e altre zone sono Stati abbattuti trentasette maiali considerati infetti. Io vorrei capire perché! Il picco piú alto nell'ultimo decennio fu raggiunto il 2013, oltre cento capi infetti rilevati in tutta la Sardegna, poi un calo costante, fino ai due capi del 2018, come giá detto. Sapete quanti capi sono stati abbattuti in Sardegna in quel periodo (in 5 anni ); migliaia, non si contano piú. 
Può essere la ragione di tutto la peste suina africana? Cero che no; lo capirebbe anche un bambino. 

Lo sapevate poi che sono stati trovati dei capi infetti anche in centri protetti, recintati e considerati sicuri? Esatto, proprio in quei luogo indicati come modello dalle nuove normative europee, o meglio dal mercato monopolizzato, anche se in questo caso sarebbero necessari ulteriori indagini per capire meglio cosa possa essere successo... e quí faccio una piccola parentesi: (sapete chi coordina l'istituto zootecnico delle sardegna? Lo coordina la Lombardia e l'Emilia Romagna. Che dite, l'avranno qualche conflitto di interessi rispetto a una concorrenza di qualità come quella suina in Sardegna, essendo le stesse regioni produttori sul larga scala, addirittura di fama mondiale per quanto riguarda i prosciutti? ). 
Non vi salta in mente che sotto sotto ci possa essere una "Guerra spietata" per accaparrarsi grandi fette di mercato? Sarebbe un classico: d'altronde il mercato globalizzato dei mercati liberi se né stá liberando volta volta usando ogni mezzo, anche armi pesanti. 

Con questo non si voglia pensare che l'apparato di controllo zootecnico non operi con serietà, ma bisogna dire che data l'ermeticitá del loro operato é difficile sapere con certezza se i relativi controlli si svolgono con correttezza e soprattutto con trasparenza. Io penso e sono convinto, seguendo da tempo questo caso, che molte cose non avvengono correttamente, e tante cose vengono nascoste al pubblico.

Di Salvatore Barolus Zuddas Viginti

lunedì 20 agosto 2018

Privatizzazioni: la rovina dell'occidente

Non credo siano molto bravi a fare calcoli quanti sostengono che allo Stato conviene privatizzare i beni pubblici. 
Per altro viviamo nell'era del trionfo globale delle lobby che con le privatizzazioni hanno tolto i beni pubblici alla collettività. Persino l'acqua, la sanità, l'istruzione sono amministrate da associazioni lobbistiche private. Mancano solo le forze armate, le carceri e il sole, dopodiché la collettività sarà sempre piú povera e assoggettata alle angherie dei potenti di turno che magari neppure conosciamo, e abitano dall'altra parte del mondo. Stiamo parlando di azionisti senza frontiere e senza patria; il che significa che a nessun paese dovranno contribuire.
Se gestisce lo Stato ha solo da guadagnare, e non avrà certo bisogno di fare lievitare i prezzi; invece privatizzando si dá ad altri la possibilitá di partecipare alla mangiatoia, e non si accontentano: in pratica vogliono prendere di piú di chi ha elargito loro le concessioni.
Le concessioni Statali sono come subaffittare una casa: lo Stato chiede l'affitto all'inquilino, e lui a sua volta chiede un'affitto maggiorato al subaffittuario. Spese pompate quindi, é inevitabile con le privatizzazioni.
É cosí poi che crescono le spese dei contribuenti, quando la torta viene spartita in molte parti. É chiaro che poi chi gestisce deve aumentare i prezzi per guadagnare e per fare guadagnare azionisti e investitori.
E c'é di piú: quando gli azionisti escono di propria volontà o per scadenza dal contratto, si riprendono pure il capitale depositato come garanzia, anche se a sua volta fossero finanziati loro stessi da altri, e con gli interessi.
Avete presente la catena di S. Antonio? Pressapoco la stessa cosa. la cosa chiara é che questi avvoltoi riescono a guadagnare con nulla usando il capitale dello Stato in primis, e da chi gli finanzia per entrare nel giro vizioso della catena che non dovrebbe spezzarsi mai.
Comunque vada lo Stato é l'unico a non guadagnarci ( quindi alla collettività ) NON RESTERANNO che GLI OCCHI PER PIANGERE. Mentre invece i politici corrotti che permettono lo smembramento delle risorse Statali, quegli si che ci guadagnano, e certe volte anche a loro insaputa.
Se é lo Stato a rimetterci come dicono i contratti di concessione ( vedi ponte Morandi a Genova. Se Atlanta autostrade SPA INTRAPRENDESSE LE VIE LEGALI E VINCESSE, oltre la vergogna la beffa, nel vedere lo Stato risarcire nonostante quello che hanno causato per negligenza e sete di denaro ).
Lo si vedrà per altro quando lo Stato abbrogherá la concessione per cause giuste ad Autostrade SPA, come chiederanno i guadagni che perderanno fino alla scadenza del contratto di concessione. É evidente che sono contratti stipulati ad arte per disossare le risorse pubbliche con tecniche mafiose autorizzate.
Il discorso vale per tutte le privatizzazioni; sarà sempre la collettività a rimetterci, mentre per le varie caste nel connubio di connessioni fra banche, imprenditori e politici corrotti senza scrupoli ( società autorizzate a delinquere ) c'é solo da guadagnare.
Per questo poi i ponti crollano; la Sanità non funziona, il turismo va in calo, e il comparto agro pastorale come lo conoscevamo viene azzerato per dare spazio ai subaffittuari globalizzatori delle multinazionali per inquadrare tutto in sistemi standardizzati, per lo piú OGM, uccidendo le Bio diversità!
Sono tutte cose che tocchiamo con mano, ma molti sono ciechi e sbagliano i calcoli. É lo scorporamento dello Stato la nostra rovina, e ancora la maggior parte dei cittadini non né hanno preso coscienza...
di Barolus Viginti

Leggete anche:  Autostrade, quelle privatizzazioni all’italiana: il trionfo della lobby del casello

Per capire meglio il sistema che ha spolpato l'Italia leggi anche questo articolo. Importantissimo:
Leggete cosa diceva nel 2014 in Matrix Europea Francesco Amodeo.