Il futuro a 5 Stelle

Il futuro a 5 Stelle
Il futuro con il Movimento 5 stelle é un dono del cielo

domenica 19 agosto 2018

Modello standardizzato ( e forse intensivi ) nelle nuove norme che regoleranno gli allevamenti suini del futuro

Rispondo al commento di Gianfranco Scalas, di cui tocca argomenti che mi stanno a cuore, e dovrebbero interessare tutti; in particolare il popolo sardo che ha subito direttamente, e a proprie spese le prepotenze del mercato globalizzato, che per volere dei mondialisti monopolizzatori, hanno distrutto un sistema economico millenario di alta qualità.
Non é che hanno tentato di migliorarlo, niente affatto, lo stanno man mano distruggendo, e la Regione sardegna amministrata prima dalla destra poi dalla falsa sinistra che é il PD, hanno dato una bella mano; infatti l'ultimo colpo al made in sardegna DOP e biologico, arriva proprio per mano del governatore Pigliaru e compagni di merende.
Nessun privato a livello familiare puó adeguarsi alle nuove norme senza dei finanziamenti accessibili, e che non siano caricati da interessi da strozzini. Quindi bisogna avere ragione di credere che il comparto agro pastorale a livello commerciale venga gestito totalmente da società extra-isolane, che avranno agevolazioni a iosa dalle banche e dalla stessa Regione Sardegna. é così che andrà a finire se non vi date una svegliata... Se vi girate intorno vi accorgerete che in parte é giá tutto impostato su questa "china" ( mentre Pigliaru dice che la Sardegna la china economica l'ha risalita, " il prodotto interno lordo é positivo" dice )... avrete visto anche che giá molte piccole aziende sarde hanno improvvisamente perso tutto perché non hanno potuto onorare i debiti. Non ce l'hanno fatta per via degli interessi imposti.
E siamo a una fase intermedia che chiude lo sterminio della razza suina sarda con la scusa della peste suina africana. La Regione in questo vortice voluto dalle multinazionali di settore, c'é finita con tutte le scarpe: hanno eseguito gli ordine alla lettera senza neppure provare ad effettuare un minimo di APPROFONDIMENTO, senza un minimo di studio, senza provare almeno a fare ripetizioni delle analisi che hanno portato all'abbattimento di decine di migliaia di maiali sardi di grande qualità.
Un danno economico enorme nella Sardegna agro pastorale che nonostante tutto resiste. ( Tutto questo mentre il governatore del nulla Pigliaru, ora se né esce asserendo che la sardegna economicamente ha "risalito la china". Siamo alle balle spaziali ). Ma forse si riferiva ad'altro. Come no!
"Il PIL é positivo, la sardegna ha risalito la china" dice il governante dei mondialisti.
Forse si riferiva alla china calda nei traghetti che bevono i giovani sardi che vanno a lavorare altrove; serve per placcare l'acidità di stomaco mentre guardano dai ponti le coste sarde che si allontano per sparire dai loro orizzonti. Modulata cosí sarebbe piú credibile; Non vi pare?
Vogliamo parlare del flop della stagione estiva? Oltre il 30% in meno dell'anno scorso, pure in calo rispetto all'anno prima, cioe del 2016...questa é crescita?
Prodotto interno lordo?
Vi fanno solo contare i dati, poi gli utili se li portano via le aziende che investono in Sardegna.
Persino gli utili sui prodotti agricoli per la grande distribuzione vanno a investitori e azionisti; ai sardi hanno dato solo l'illusione di essere padroni affidando loro la manodopera e qualche servizio amministrativo; il resto se lo spartiscono e pappano altrove.
É crescita quella attuale?
Vi siete veramente persi caro Pigliaru, fartene una ragione.
Ricandidatura?
Ma anche no! Dio ce né scampi e liberi presto... Non si sono posti neppure la domanda: - ma allora perché permettiamo la caccia al cinghiale ( d'altronde anche in questo caso esistono degli adeguamenti: prima regola é pagare la tassa venatoria. Seconda regola; corso informativo di un'ora presso il comando forestale di zona. Terza regola: via libera alle doppiette, e poco importa se i cinghiali non esporranno alcun documento che li certifichi sani, e liberi dalla fantomatica peste suina ) quindi permettono senza particolari scrupoli, che vengano consumate le carni senza nessuna precauzione a tappetto?". Eppure ci dovrebbe essere qualche cosa che non quadra se i mondialisti monopolizzatori gli hanno tracciati come untori della peste suina, o presunti tali.
Si é ancora in tempo: vogliamo rispondere a queste domande? Perché la caccia di certi migratori si, nonostante la Fauna selvatica sia spesso untore ( o per lo meno loro dicono ) anche di altri pericolosi virus. Mentre per i maiali domestici al brado né hanno deciso lo stermino totale?
Vi torna almeno chiaro che vi hanno fottuto senza preavviso? Vi torna chiaro che in tutta questa storia troppe cose non tornano?
Svegliatevi e alzate la testa, perché la fase finale, del processo per il mercato globalizzato imposto dai mondialisti monopolizzatori potrebbe essere imminente, e significherebbe dipendere totalmente da un manipoli di criminali di cui non conoscerete neppure che faccia abbiano, ma si porteranno via gli utili delle aziende intensive che installeranno ( con L'AGRICOLTURA SONO PER ALTRO A BUON PUNTO. Altra illusione di marchio sardo falso e infedele alla naturale biologia del territorio sardo ). Se non volete diventare schiavi di questi loschi individui dovete ribellarvi, ma prima fermatevi a riflettere: aranci senza seme, angurie senza seme, uva senza seme, e quei frutti che apparentemente hanno il seme, sono sterili, non possono essere coltivati, né innestati, né nulla: é così che alla fine vi impediranno anche di coltivarvi l'orto per avere ortaggi di stagione come si é fatto per millenni. Quando il mercato é imposto, e bisogna dipendere da esso al 100% significa che non siamo piú dei popoli liberi. Passate parola...
Consiglio a tutti di leggere le nuove norme approvate il 2 Agosto dal consiglio regionale della Sardegna, in particolare capo II l'art.4 che sancisce regole e restrizioni che a mio avviso servono solo per smantellare quel sistema arcaico degli allevamenti suini della sardegna.
Per cui la domanda non puó essere che questa che segue: ma é proprio necessario prendere queste misure contro gli interessi degli allevatori, per difendere poi i consumatori dalla peste suina africana, che in effetti non esiste, se non in reperti
rilevati non si sa bene con quali criteri, e piuttosto discutibili per mancanza di riscontri chiari e trasparenti?
di Barolus Viginti

Delibere 2 Agosto Regione SARDEGNA

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
157 - 2018 - 28 - 495
LEGGE REGIONALE 2 AGOSTO 2018, N.28
Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda
Capo I Disposizioni generali
Art. 1 Oggetto
1. La Regione riconosce l'importanza del comparto suinicolo nell'economia della Sardegna e con la presente legge pone in atto un percorso di graduale rilancio delle attività ad esso collegate.
2. La Regione supporta l'azione dell'unità di progetto di cui alla legge regionale 22 dicembre 2014, n. 34 (Disposizioni urgenti per l'eradicazione della peste suina africana), fino alla completa eradicazione della peste suina africana (PSA) in Sardegna.
3. Gli assessorati regionali e le agenzie regionali competenti promuovono ogni azione che contribuisca al rilancio del comparto e a ripristinare la fiducia tra gli allevatori, le popolazioni interessate, le amministrazioni locali e la Regione.
4. La presente legge disciplina l'allevamento suinicolo professionale, la relativa filiera e l'allevamento familiare per autoconsumo.
Art. 2 Finalità
1. La presente legge è finalizzata a riordinare e rilanciare il settore della suinicoltura in Sardegna con azioni di sostegno e valorizzazione destinate a:
a) consolidare le buone pratiche di contrasto alla diffusione e di eradicazione della PSA e delle altre malattie diffusive;
b) razionalizzare l'allevamento suino in Sardegna distinguendo tra l'attività familiare e quella professionale;
c) regolamentare l'allevamento nelle terre pubbliche;
d) formare e aggiornare gli operatori del settore suinicolo regionale;
e) rinnovare e adeguare le fasi della filiera suinicola, dall'allevamento alla trasformazione delle carni;
f) istituire una rete permanente degli allevamenti suinicoli al fine di assicurare la tracciabilità nella filiera suina;
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g) individuare e istituire i marchi di valorizzazione per i prodotti di spicco della filiera;
h) tutelare e valorizzare l'allevamento del suino di razza sarda;
i) regolamentare l'attività di macellazione e il trattamento delle carni.
Art. 3 Definizioni
1. Ai fini della presente legge si applicano le definizioni di:
a) PSA: peste suina africana;
b) Azienda controllata per PSA: azienda sottoposta negli ultimi dodici mesi ad almeno un controllo ufficiale da parte del servizio veterinario competente, il cui esito complessivo sia stato sfavorevole, ma conforme almeno per i parametri clinico e sierologico;
c) Azienda certificata per PSA: azienda sottoposta negli ultimi dodici mesi ad almeno un controllo ufficiale da parte del servizio veterinario competente, il cui esito sia stato favorevole per tutti i parametri considerati;
d) fasce di rischio: aree del territorio regionale classificate sulla base delle indagini epidemiologiche;
e) semibrado confinato: sistema di allevamento che prevede, oltre alla possibilità di disporre di strutture per il ricovero dei suini, il pascolo all'aria aperta in spazi confinati delimitati da recinzioni idonee a evitare il contatto con altri suidi nel rispetto delle norme di biosicurezza;
f) brado: allevamento dei suini al pascolo libero in terreni non confinati con possibilità di promiscuità con altri suini sia domestici che selvatici;
g) stabulato: allevamento dei suini in strutture chiuse che prevedono la raccolta e la gestione delle deiezioni;
h) biosicurezza: l'insieme delle norme di allevamento di cui al Piano straordinario per l'eradicazione della PSA.
Capo II Azioni a supporto dell'attività di rilancioArt. 4 Tipologie di allevamento1. Gli allevamenti suinicoli presenti in Sardegna sono differenziati in funzione della finalità produttiva e della modalità di conduzione, nel rispetto delle norme per l'identificazione e la registrazione dei suini di cui al decreto legislativo 26 ottobre 2010, n. 200 (Attuazione della direttiva 2008/71/CE relativa all'identificazione e alla registrazione dei suini).2. Nell'allevamento familiare si possono detenere fino a quattro capi suini da ingrasso e non è consentita la presenza di capi riproduttori. Nella stessa azienda agricola non è consentito più di un allevamento di tipo familiare. Tutti i capi allevati sono destinati all'autoconsumo e non sono oggetto di attività commerciale o di movimentazione verso altri allevamenti.3. L'allevamento professionale ha come finalità produttiva la vendita di capi suini a vita o per il macello. Gli allevamenti professionali si distinguono in:C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A S A R D E G N A3a) allevamenti a ciclo completo, in cui sono allevati sia i suini riproduttori che tutte le categorie di suini fino ai capi che raggiungono le caratteristiche scelte per la loro destinazione al macello;b) allevamenti a ciclo aperto, in cui sono allevati suini riproduttori e sono venduti capi a vita o sono allevati suini non riproduttori provenienti da altri allevamenti.4. Tutti gli allevamenti, sia familiari che professionali, sono condotti esclusivamente secondo le seguenti modalità:a) stabulato;b) semibrado confinato.5. È vietato l'allevamento a pascolo brado.6. A seconda della razza allevata, gli allevamenti si distinguono in:a) allevamenti di suini di razza sarda in purezza e/o in incrocio certificato;b) allevamenti di suini di altre razze.7. Tutte le tipologie di allevamento di cui al presente articolo rispettano le norme sanitarie, di biosicurezza e benessere animale e sono, inoltre, soggette alle procedure di autorizzazione e registrazione previste dalla normativa vigente.Art. 5 Allevamento semibrado confinato1. Sono allevamenti di tipo semibrado confinato quelli in cui i suini pascolano all'aperto in spazi confinati, di superficie variabile a seconda di quanto consentito dalle fasce di rischio di cui all'articolo 7, comma 4, separati dall'esterno attraverso recinti o altri manufatti a norma e non accessibili da parte di suini esterni all'allevamento o da cinghiali selvatici. Il carico sostenibile è di 15 quintali per ettaro, con obbligo di rispetto della disciplina regionale di gestione degli effluenti zootecnici.2. L'allevamento semibrado confinato, a seconda della titolarità dei terreni in cui è esercitato, si distingue in:a) allevamento semibrado confinato stanziale in terre pubbliche;b) allevamento semibrado confinato stanziale in terre private;c) allevamento semibrado confinato stagionale e/o periodico in terre pubbliche e private.3. Le dimensioni degli spazi confinati consentiti di cui al comma 1 possono subire variazioni in relazione all'evoluzione delle condizioni ambientali e delle fasce di rischio sanitario e sono aggiornate sulla base dello svolgimento del Piano straordinario per l'eradicazione della PSA, con possibilità di graduale incremento a seguito della diminuzione del livello di rischio.Art. 6 Allevamento in terre pubbliche e razionalizzazione degli usi civici1. Nelle terre pubbliche è consentito l'allevamento suinicolo esclusivamente nelle forme compatibili con il programma di eradicazione della PSA: allevamento stabulato e allevamento semibrado confinato.C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A S A R D E G N A42. Le aree di allevamento semibrado confinato in terre pubbliche dei suini possono essere inserite in un programma di valorizzazione in funzione della tipizzazione dei relativi prodotti di trasformazione.3. A seguito della classificazione del territorio regionale in fasce di rischio ai sensi dell'articolo 7, comma 4, l'introduzione degli allevamenti nelle terre pubbliche è preceduta dalla valutazione delle strutture e infrastrutture che caratterizzano le aree di allevamento al fine di mettere le aziende in condizioni di operare in sicurezza e con strumenti tecnologici innovativi.4. Le perimetrazioni degli allevamenti di cui all'articolo 7, comma 2, lettera d), costituiscono, secondo le direttive di cui all'articolo 22, parcelle aziendali geolocalizzate e visionabili sui sistemi informativi regionali di gestione del territorio.5. L'accesso e il carico di bestiame sono regolati sulla base di quanto stabilito all'articolo 5, comma 1; per i terreni classificati "superficie forestale" ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 27 aprile 2016, n. 8 (Legge forestale della Sardegna), la disponibilità è sottoposta alle prescrizioni del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.6. Nei terreni soggetti a uso civico è consentita l'attivazione di aree di allevamento semibrado confinato per i suini, nel rispetto del Piano di valorizzazione di cui all'articolo 8 della legge regionale 14 marzo 1994, n. 12 (Norme in materia di usi civici. Modifica della legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1 concernente l'organizzazione amministrativa della Regione sarda), ove presente, o a seguito di concessione di riserva d'esercizio, ai sensi dell'articolo 16 della legge regionale n. 12 del 1994.7. I comuni possono istituire, nei terreni del proprio territorio gravati da uso civico, aree di allevamento semibrado confinato dotate delle infrastrutture necessarie a garantire la biosicurezza, da assegnarsi agli operatori interessati con procedure ad evidenza pubblica.
8. La Regione può supportare l'attività dei comuni che intendono delimitare e/o infrastrutturare aree idonee all'allevamento suinicolo.
Art. 7 Rete permanente della filiera suinicola
1. Al fine di assicurare la completa tracciabilità della filiera suina, è istituita la Rete permanente della filiera suinicola alla quale sono iscritti gli allevamenti suinicoli e gli altri soggetti della filiera.
2. Nella rete sono inseriti i seguenti dati, relativi a ciascun operatore:
a) le informazioni riportate nella Banca dati nazionale (BDN);
b) le informazioni riportate nei registri aziendali;
c) il livello di formazione dell'allevatore, macellatore e trasformatore;
d) la delimitazione e identificazione dell'azienda.
3. La Regione predispone sistemi innovativi di informazione e condivisione diretti al coinvolgimento dei soggetti iscritti nella Rete nelle attività di valorizzazione del comparto, anche con il contributo del tavolo tecnico di cui all'articolo 12, comma 3.
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4. Fino alla completa eradicazione della PSA, il territorio della Sardegna è classificato in fasce di rischio sulla base delle indagini epidemiologiche effettuate dall'Osservatorio epidemiologico veterinario regionale (OEVR). Le aree sono riconosciute come idonee all'allevamento dei suini e ottengono il riconoscimento di "area indenne" quando la PSA è assente, nel perimetro definito, da almeno tre anni.
5. Previa stipula di un apposito protocollo d'intesa tra la Regione e il Ministero della salute e secondo le indicazioni in esso contenute, qualora in un'area si manifesti un focolaio di PSA, è individuato, entro dieci giorni, per le aziende certificate per PSA non sede di focolaio, un percorso viario che consenta la movimentazione del bestiame e il conferimento degli animali al macello. In caso di emergenza è prevista l'applicazione di un protocollo aziendale contenente percorsi personalizzati da utilizzare al momento della dichiarazione di emergenza e dell'individuazione della zona da sottoporre a restrizione.
6. Entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge tutte le aziende suinicole sono sottoposte alla verifica delle certificazioni di biosicurezza.
Art. 8 Formazione, aggiornamento, professionalizzazione addetti
1. La Regione programma la formazione degli addetti al comparto suinicolo affinché raggiun-gano un livello professionale in grado di garantire la qualità nelle diverse componenti della filiera suinicola: allevamento, macellazione, trasformazione e commercializzazione, e il mantenimento delle condizioni sanitarie necessarie per l'eradicazione della PSA.
2. Al fine di conseguire gli obiettivi di cui al comma 1, la Regione si avvale delle agenzie regionali e della collaborazione delle università e dei centri di ricerca operanti nell'Isola.
3. L'Assessorato regionale competente in materia, sentite le associazioni di categoria, indivi-dua le figure professionali verso cui indirizzare l'attività di formazione.
4. Gli allevatori del comparto suinicolo acquisiscono un livello di formazione adeguato alle esigenze delle attività svolte e al loro grado di complessità, certificato attraverso il conseguimento di un apposito titolo per la pratica dell'allevamento suinicolo.
5. Al fine di garantire la corretta applicazione delle norme sul benessere animale e sull'allevamento in biosicurezza è previsto un livello minimo di formazione anche per i titolari di allevamenti familiari di cui all'articolo 4, comma 2.
6. Per il rilascio del titolo di cui al comma 4 agli allevatori già in attività è sufficiente la regolarità della tenuta dell'allevamento dal punto di vista sanitario negli ultimi cinque anni, certificata dai servizi veterinari territorialmente competenti, o il possesso di specifici titoli di formazione.
Art. 9 Programmi di miglioramento e valorizzazione del patrimonio suinicolo sardo
1. La Regione, al fine di rilanciare su nuove basi l'allevamento suinicolo in Sardegna, promuove:
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a) programmi mirati al miglioramento del patrimonio suinicolo allevato in Sardegna;
b) programmi di studio e valorizzazione di soggetti derivati dall'incrocio della razza sarda con altre razze;
c) la nascita di "Centri gran parentali" per la produzione di riproduttori e la nascita di "Centri F.A." per la produzione di seme per la fecondazione artificiale;
d) l'organizzazione e la realizzazione di corsi di formazione alla pratica della fecondazione artificiale suina e la gestione dell'elenco dei soggetti che abbiano superato i corsi con esito positivo.
Art. 10 Assistenza tecnica e consulenza
1. La Regione predispone un apposito programma di assistenza tecnica diretto agli operatori del settore e finalizzato al rilancio del comparto suinicolo.
2. Le attività di assistenza tecnica sono realizzate dalle agenzie regionali competenti e sono coordinate con le azioni di controllo sanitario svolte dai servizi veterinari delle ASL.
3. Tra le attività di cui al comma 2 sono compresi servizi di supporto e consulenza finalizzati al conseguimento degli obiettivi di cui agli articoli 11, 12 e 13.
Capo III Produzioni suinicole e marchi di qualità
Art. 11 Valorizzazione della filiera sarda
1. La Regione valorizza le preparazioni a base di carne di suini nati e allevati in Sardegna tipiche della tradizione regionale promuovendo la realizzazione di accordi o programmi di filiera tra i soggetti interessati, con particolare attenzione alla qualità dei prodotti, alla sostenibilità ambientale e al rispetto del benessere animale.
2. Gli accordi e i programmi di filiera incoraggiano la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti.
3. La Giunta regionale, sentite le associazioni di categoria e le organizzazione produttive di settore:
a) definisce gli indirizzi generali relativi alle caratteristiche degli accordi e dei programmi di filiera, con particolare riguardo ai principi di trasparenza, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale;
b) assume, nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, iniziative dirette a promuovere l'informazione e la sensibilizzazione sul consumo dei prodotti di qualità regionali.
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Art. 12 Caratterizzazione dei prodotti di qualità
1. La Regione promuove la caratterizzazione dei prodotti dell'allevamento suinicolo e la valorizzazione delle pratiche e dei processi produttivi connessi alla tutela del territorio.
2. La Regione, ai sensi delle disposizioni di cui al capo II della legge regionale 7 agosto 2014, n. 16 (Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agro-biodiversità, marchio collettivo e distretti), approva i disciplinari di produzione delle preparazioni a base di carne suina anche ai fini dell'accesso all'utilizzo del marchio collettivo di qualità di cui all'articolo 16 della medesima legge.
3. La Giunta regionale, con propria deliberazione, istituisce presso l'Assessorato regionale competente in materia un apposito tavolo tecnico composto da rappresentanti degli assessorati, delle agenzie regionali e delle organizzazioni professionali agricole. La partecipazione al tavolo tecnico è a titolo gratuito e non dà diritto a corresponsione di compensi.
4. Il tavolo tecnico coadiuva l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale nell'elaborazione delle politiche di settore e nella predisposizione di apposite strategie di intervento dirette a agevolare, assistere ed incentivare i produttori locali nell'avvio e nell'espletamento delle procedure finalizzate all'accesso al regime delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite di cui al regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012, n. 1151/2012, per le preparazioni a base di carne suina tipiche della tradizione della Sardegna, anche in riferimento ai prodotti ottenuti da suini di razza sarda e da animali ottenuti con incroci da essa derivati.
5. La Regione promuove l'individuazione e l'utilizzo di tipologie di alimentazione e di pascolo che incidano positivamente sulle caratteristiche qualitative delle produzioni ottenibili, al fine di consentire una migliore valorizzazione dei prodotti trasformati.
6. La Regione adotta orientamenti finalizzati alla produzione di carne di alta qualità per la trasformazione in prodotti tipici per l'offerta gastronomica.
Art. 13 Tutela del suinetto sardo
1. La Regione tutela e valorizza il prodotto agro-alimentare "suinetto sardo" e in particolare:
a) riconosce al "suinetto sardo" un ruolo nel processo di valorizzazione del comparto suinicolo isolano;
b) promuove l'avvio delle procedure finalizzate all'accesso al regime delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite di cui al regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1151/2012.
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Art. 14 Norme contro l'abusivismo nel settore dell'attività salumiera
1. La Giunta regionale, in accordo con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative e in collaborazione con gli organi preposti ai controlli, promuove lo svolgimento di azioni di contrasto al fenomeno dell'abusivismo e della concorrenza sleale nel settore dell'attività salumiera.
2. La Giunta regionale favorisce lo svolgimento di apposite campagne d'informazione relative alla produzione casalinga di salumi finalizzate alla tutela della salute pubblica.
Capo IV Tutela e valorizzazione del suino di razza sarda
Art. 15 Tutela del suino di razza sarda
1. La Regione, nell'ambito del rilancio della suinicoltura sarda, promuove le azioni di tutela del suino di razza sarda e ne incentiva l'allevamento nell'Isola. Sono incoraggiate, in particolare, le seguenti azioni di tutela:
a) monitoraggio della razza e salvaguardia della variabilità genetica;
b) caratterizzazione e tipizzazione dei prodotti derivati da suini di razza sarda o da incroci con la stessa, con particolare riferimento ai sistemi di allevamento basati sull'uso delle risorse alimentari al pascolo;
c) costituzione di aggregazioni degli allevatori per il raggiungimento degli obiettivi di cui al presente articolo.
Art. 16 Valorizzazione e promozione della razza sarda
1. La Regione predispone e realizza programmi di valorizzazione e promozione del suino di razza sarda al fine di incrementare il commercio delle sue carni e dei suoi derivati sul territorio nazionale ed estero attraverso una maggiore conoscenza delle caratteristiche di pregio dei prodotti, con particolare riferimento alle qualità organolettiche e alla tipicità delle lavorazioni, anche attraverso processi di tracciabilità e rintracciabilità.
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Art. 17 Azioni di conservazione della razza sarda
1. La Regione sostiene l'incremento dei soggetti riproduttori di suino di razza sarda nell'ambito delle azioni di tutela dell'agrobiodiversità di cui alle direttive di attuazione del capo I della legge regionale n. 16 del 2014 e delle misure del Programma di sviluppo rurale, al fine di garantire la disponibilità di riproduttori di razza sarda in numero sufficiente per avviare la diffusione dell'allevamento e incentivare il consumo delle carni fresche o trasformate.
2. La Regione sostiene gli agricoltori custodi del suino di razza sarda.
Capo V Macellazioni e lavorazione delle carni
Art. 18 Macellazione e trattamento carni
1. Al fine di regolamentare l'attività di macellazione dei capi suini in sintonia con le norme sanitarie vigenti in materia, negli articoli 19 e 20 si individuano diverse modalità di esecuzione a seconda della dimensione dell'attività interessata. In ogni caso, la macellazione dei suini è sempre eseguita nel pieno rispetto delle norme sanitarie e del benessere animale.
2. Fatto salvo quanto previsto agli articoli 19 e 20, la macellazione è consentita esclusivamente negli impianti che abbiano ottenuto il riconoscimento comunitario di cui al regolamento (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale.
3. La Regione individua forme di agevolazione per il trasporto del bestiame dagli allevamenti verso i macelli autorizzati di cui agli articoli 19 e 20, comma 2.
4. Le aziende suinicole certificate per PSA che intendano trattare e trasformare in azienda le proprie produzioni sono dotate di locali idonei a effettuare le attività di preparazione, trasformazione, confezionamento e conservazione per la vendita diretta di carni, svolte in un locale polivalente artigianale posto all'interno dell'azienda; esse sono soggette alla normativa comunitaria, statale e regionale in materia di igiene dei prodotti alimentari e, in particolare, al regolamento (CE) n. 178/2002, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare, e al regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, sull'igiene dei prodotti alimentari.
5. Nella valutazione dei requisiti igienico-sanitari delle attrezzature e dei locali adibiti alla preparazione, trasformazione, confezionamento e conservazione per la vendita diretta di carni, e del piano aziendale di autocontrollo, si tiene conto della diversificazione e della limitata quantità delle produzioni, dell'adozione di metodi tradizionali di lavorazione e dell'impiego di prodotti propri. Ai
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sensi del regolamento (CE) n. 852/2004, le attività di cui al presente comma sono soggette a registrazione presso l'azienda sanitaria locale territorialmente competente, previa presentazione da parte dell'impresa di una dichiarazione autocertificativa dell'avvio dell'attività allo sportello SUAPE del comune competente.
Art. 19 Macellazioni aziendali
1. Nelle aziende suinicole è consentita la macellazione di suini sino a un massimo di 30 UBE/anno, destinati esclusivamente alla vendita diretta al consumatore finale o ai processi produttivi di trasformazione di cui all'articolo 18, in impianti posti all'interno dell'azienda e di limitate dimensioni per i quali, ferma restando l'obbligatorietà del riconoscimento comunitario ai sensi del regolamento (CE) n. 853/2004 e del rispetto di quanto previsto in materia di benessere animale dal regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio, del 24 settembre 2009, relativo alla protezione degli animali durante l'abbattimento, sia previsto il soddisfacimento di requisiti minimi commisurati a una produzione limitata nel rispetto del concetto di "marginalità", purché sia assicurata la presenza delle attrezzature essenziali per il contenimento degli animali e di mezzi, anche manuali, di sollevamento tali da permettere lo svolgimento delle operazioni sull'animale sospeso e in condizioni igieniche appropriate.
2. Nel rispetto del concetto di "marginalità" e al fine di promuovere e agevolare il ricorso alla macellazione in strutture autorizzate, alle aziende dotate dell'impianto di cui al comma 1 è consentito fornire il servizio di macellazione ad altre aziende suinicole, che ne possono usufruire nei limiti di macellazione dello stesso e, nel caso del trasporto dei propri animali per una distanza inferiore a 50 km dalla propria azienda, nel rispetto del regolamento (CE) n. 1/2005 del Consiglio, del 22 dicembre 2004, sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate che modifica le direttive 64/432/CEE e 93/119/CE e il regolamento (CE) n. 1255/97.
3. Le macellazioni di cui al presente articolo sono effettuate in locali destinati esclusivamente a tale attività e le cui caratteristiche sono definite nelle direttive di cui all'articolo 22.
Art. 20 Macellazione per consumo domestico privato
1. Presso gli allevamenti suinicoli è consentita la macellazione per consumo domestico privato secondo le modalità di cui alle direttive dell'articolo 22.
2. La macellazione per autoconsumo effettuata presso macelli riconosciuti, sia pubblici che privati, è esentata dal pagamento delle somme dovute relative ai diritti sanitari.
Art. 21 "Persona formata" per la macellazione e il trattamento carni
1. Al fine di disporre nel territorio di servizi adeguati di macellazione e trattamento delle carni, può farsi ricorso all'opera di personale appositamente formato ("maistru de petza") per condurre le fasi della macellazione a domicilio dei suini.
C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A S A R D E G N A
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2. La Regione organizza appositi corsi di formazione in materia di macellazione domestica.
3. I corsi di formazione sono dedicati prevalentemente agli addetti agli allevamenti familiari e agli imprenditori del comparto, nell'ambito delle attività di formazione di cui all'articolo 8.
4. Presso l'assessorato competente o la struttura regionale delegata è tenuto l'elenco dei soggetti che abbiano superato con esito positivo i corsi di cui al comma 2.
Capo VI Disposizioni finali
Art. 22 Direttive di attuazione
1. La Giunta regionale, con propria deliberazione, su proposta degli assessorati regionali competenti, sentite le associazioni di categoria maggiormente rappresentative, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, definisce:
a) le caratteristiche tecniche dei recinti o altri manufatti di cui all'articolo 5;
b) le modalità di istituzione e gestione della Rete permanente della filiera suinicola di cui all'articolo 7;
c) le modalità di stesura dei protocolli aziendali per affrontare le situazioni di emergenza di cui all'articolo 7, comma 5;
d) il programma e le modalità di verifica delle certificazioni di cui all'articolo 7, comma 6;
e) le tipologie dei corsi di formazione, le modalità e i tempi di attuazione delle azioni di cui all'articolo 8;
f) le modalità di attuazione dei programmi di valorizzazione di cui all'articolo 9;
g) le linee guida per la stesura del Programma di assistenza tecnica finalizzato al rilancio del comparto di cui all'articolo 10;
h) gli indirizzi generali relativi alle caratteristiche degli accordi e dei programmi di filiera di cui all'articolo 11;
i) le modalità di attuazione delle azioni di conservazione e diffusione del suino di razza sarda di cui all'articolo 17;
j) i requisiti di idoneità dei locali polivalenti per lo svolgimento delle attività di cui agli articoli 18 e 19;
k) le indicazioni per lo svolgimento della macellazione in allevamento per consumo domestico privato di cui all'articolo 20;
l) le competenze dei soggetti formati ai sensi dell'articolo 21.
Art. 23 Norma finanziaria
1. Per le finalità di cui alla presente legge è autorizzata la spesa di euro 250.000 per l'anno 2018 e di euro 600.000 per ciascuno degli anni 2019 e 2020 da ripartire, per ciascun anno, secondo le seguenti finalità:
C O N S I G L I O R E G I O N A L E D E L L A S A R D E G N A
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a) euro 130.000 per l'anno 2018 per le finalità di cui all'articolo 6 (missione 16 - programma 01 - titolo 2); per gli anni successivi al 2018 agli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 6 si provvede nei limiti degli stanziamenti di bilancio annualmente a ciò destinati;
b) euro 100.000 per l'anno 2018 e euro 110.000 per gli anni 2019 e 2020 per le finalità di cui agli articoli 7, 8, 9, comma 1, lettere a), b) e d) e 11, comma 1 (missione 16 - programma 01 - titolo 1);
c) euro 20.000 per l'anno 2018 ed euro 490.000 per ciascuno degli anni 2019 e 2020 per le finalità di cui all'articolo 9, comma 1, lettera c), (missione 16 - programma 01 - titolo 2).
2. Agli oneri previsti per l'attuazione della presente legge si fa fronte, rispettivamente:
a) quanto a complessivi euro 250.000 per l'anno 2018 mediante corrispondente riduzione per lo stesso anno, per euro 150.000 dell'autorizzazione di spesa di cui alla legge regionale 28 ottobre 2016, n. 25 (Istituzione dell'Agenzia sarda delle entrate (ASE)), (missione 01 - programma 04 - titolo 1, capitolo SC08.6790) e per euro 100.000 dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 2, tabella A, della legge regionale 11 gennaio 2018, n. 1 (Legge di stabilità 2018), (missione 13 - programma 07 - titolo 1 - capitolo SC05.6050);
b) quanto a complessivi euro 600.000 per ciascuno degli anni 2019 e 2020 mediante corrispondente riduzione per gli stessi anni, per euro 400.000 dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 10, comma 1, lettere a) e b), della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015), (missione 16 - programma 01 - titolo 2 - capitoli SC06.1027 e SC06.1030), per euro 200.000 dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 9 della legge regionale 13 aprile 2017, n. 5 (Legge di stabilità 2017), (missione 16 - programma 01 - titolo 1 - capitolo SC06.1059).
3. Nel bilancio di previsione della Regione per gli anni 2018-2020 sono introdotte le variazioni di bilancio di cui alla tabella A.
4. La Regione attua gli ulteriori interventi previsti dalla presente legge senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale mediante utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente nell'ambito dell'Amministrazione regionale e delle agenzie regionali agricole.
Art. 24 Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).
CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
13
01
MISSIONE 1 - Servizi istituzionali, generali e di gestione
04
Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali
1
150.000,00
13
MISSIONE 13 - Tutela della salute
07
Ulteriori spese in materia sanitaria
1
100.000,00
16
MISSIONE 16 - Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca
01
Sviluppo del settore agricolo e del sistema agroalimentare
1
200.000,00
200.000,00
2
400.000,00
400.000,00
TOTALE
250.000,00
600.000,00
600.000,00
16
MISSIONE 16 - Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca
01
Sviluppo del settore agricolo e del sistema agroalimentare
1
100.000,00
110.000,00
110.000,00
2
150.000,00
490.000,00
490.000,00
TOTALE
250.000,00
600.000,00
600.000,00

giovedì 19 luglio 2018

La globalizzazione ci renderà tutti schiavi

Siamo tutti sotto attacco: i mondialisti vogliono rendere tutti i popoli dipendenti dal mercato unico controllato da loro, per riportare l'umanità in uno stato di debolezza e dipendenza perenne, quindi alla schiavitù.
Hanno distrutto le razze suine autoctone con le false campagne anti peste suina, misurabili in danni inimmaginabile per il comparto economico agro-pastorale della Sardegna. Ora non fanno altro che attaccare dei prodotti tipici, unici e di grandissima qualità, apprezzati in tutto il mondo.
Chi vuole distruggere la Sardegna?
É risaputo, il mercato unico globalizzato é spietato nei suoi intenti di accaparrarsi il monopolio mondiale dell'alimentazione umana; dal che tutto ció che non riesce a controllare lo distrugge, e lo puó fare in molti modi; le "armi" non gli mancano di certo, cominciando dalle alterazioni meteorologiche, scie chimiche, guerra batteriologica, etc.; tutto questo ha un nome: si chiama la geo-ingegneria. Con i soliti allarmi epidemiologici, in particolare "la peste suina africana", falsificando spesso i reperti analizzati, hanno annientato gli allevamenti al brado di razze suine uniche al mondo per qualità.
Ora sul banco degli imputati salgono dei prodotti tipici come il prosciutto, insaccati e pecorino, perché salati e giustamente dannosi alla saluti se consumati smoderatamente.
Insomma si parla improbabili malattie causate dalle abitudini alimentari; la quale per altro, in questo caso,  le accuse crollano clamorosamente per via dalla presenza di un numero da record mondiale di centenari, proprio in quei luoghi dove i prodotti in questione vengono consumanti quasi quotidianamente.
La questione se mai fosse, é un'altra, ma ci arrivo dopo queste precisazioni sulle concause che hanno portato a tanto:
sicuramente la Regione da certamente una mano, in quanto del tutto in buona fede, forse, ai mondialisti criminali senza scrupoli, ma sarebbe opportuno aprire delle indagini indipendenti e parallele, perché il rischio di essere ingannati é lampante e sotto la luce del sole.

Ricordo a cavallo degli anni 60-70 quando in Sardegna girava voce che l'olio d'oliva era di minore qualità di quello di semi.
Era un'inganno basato anche sull'ignoranza, se vogliamo, ma per fortuna durato solo qualche anno, poi perse di effetto per consapevolezza acquisita dei produttori sardi e dei consumatori. Intanto per anni ai produttori scipparono l'Olio d'oliva a pezzi veramente stracciati, mentre nelle zone produttrici consumavano ampiamente olio di semi continentale.
Ora le cose sono cambiate si ma in peggio, possiamo ben dire; il nemico é un gigante scaltro e ambizioso (criminale) che vuole dominare il mondo. Anche se non ci sono piú i commercianti che si accontentavano con astuzie truffaldine; il mercato unico globalizzato, nella funzione delle multinazionali degli alimenti, é andato ben oltre senza cuore, senza ha anima, ne volto, e sopratutto senza cervello pensante; unico senso praticato da questo gigante vorace é il profitto comunque sia, e comunque vada, dal che considerato di fatto che non puó controllare tutte le filiere /(spesso determinanti nel soddisfare e fare crescere le economie localizzate nel territorio) che siano di altissime qualità o di minore, le distruggono: il tutto in evidenza e sotto i nostri occhi. 
Dire che bisogna reagire é molto poco...
E qui mi riallaccio al concetto soprastante: il diabete si combatte con l'educazione fisica e alimentare nelle scuole, magari al posto dell'ora di Religione che serve veramente a poco se non a rincretinire la gioventù.
Perché non lo fanno direte voi?
Non ci vuole la laurea per capire che L'Oms (organismo mondiale della Sanità) non va certo contro i suoi interessi: -intelligente Food, tutti sani e belli- a chi venderebbero poi le medicine? 
E si come "cane non morde cane", nel senso di andare contro i colossi monopolizzatori e controllori della produzione alimentare mondiale, allora dichiarano guerra alle filiere indipendenti tradizionali e arcaiche che da secoli alimentano e sfamano i popoli.
Non lasciamo a questi criminali la possibilitá di distruggere le varie realtà economiche caratteristiche e uniche in ogni Regione d'Italia...
PASSATE PAROLA
Questo non é un problema solo della Sardegna
Loro non si arrenderanno noi neppure!
"Pecorino e olio dell'Isola sotto attacco dell'Organizzazione mondiale della Sanità" #economia

mercoledì 20 giugno 2018

Deportazione non vuol dire ospitalità e uguaglianza

Stiamo andando verso il degrado culturale totale; andiamo verso una deformazione dell'apprendimento che puó portare solo verso degli equivoci confusi, e dell'incoerenza cronica, e fare diventare normale ciò che normale non é. Invece di formare i giovani in modo da costruire delle personalità sincere, oneste e schiette; la scuola plagia, manipola, condiziona e ammaestra, poi a volte gli colloca in categorie sconnesse fra loro. A volte invece gli lascia liberi, gli abbandona: sono loro che spesso portano la fiaccola della speranza.
Non si crea così una società libera nello spirito e nell'anima. Chi si allinea in qualche modo é disturbato, vive come tale, e crea danni a se stesso e agli altri.
Il principio di uguaglianza e di accoglienza sono universali, non c'é bisogno che venga rimarcato o addirittura tematizzato all'esame di maturità come strumento sensibilizzante per affrontare meglio i problemi collettivi odierni. Strumento che poi, dopo l'avvenuta radicazione mentale fa perdere la capacità di misura, e con essa la concezione stessa del problema da affrontare.
L'apprendimento didattico dovrebbe essere bagaglio formativo e punto di riferimento nel solco della vita dove poi ogni individuo coltiva i suoi semi, e né dovrebbe lasciare cogliere i frutti a tutta la collettività. Dovrebbe essere questo il concetto filosofico preferenziale nella società, e in particolare nella formazione scolastica, ma purtroppo spesso non é così;  ed é per questo che spesso necessita il sacrificio dei "fuori classe", degli spiriti liberi, degli eroi che danno tutto, anche la propria vita, per capovolgere i paradigmi basati sugli interessi di classe, di appartenenza e circoscritta a...

Aldilà della benevolenza e del rispetto reciproco fra le razze, che manco a dirlo, si basa sull'uguaglianza e sull'accoglienza, siamo disposti e pronti tutti a ricevere il migrante. Lo abbiamo sempre fatto, e noi stessi siamo stati migranti pagati e riveriti con la stessa moneta.
Fermo restando sulle proporzioni dell'esodo in corso, possiamo noi portarci in casa tutta l'umanità africana, perché questi fanno comodo alle nicchie di potere dominante per sfruttarle, schiavizzarle, ed abbassare il costo del lavoro?
Certo che no!
Allora perché lasciare che questa propaganda senza limiti, confezionata dai mondialisti dominanti entri persino come tema scolastico con il solo intento inculcativo, e andrà a incidere poi sulla formazione stessa delle masse, dove poi viene a meno il dovere e il diritto alla tutela e alla difesa della società, quindi anche la capacità di valutare, e i conflitti invece di placarsi, aumentano.

Bisogna invece guardare in faccia il problema e fare le giuste distinzioni: un discorso é la migrazione razionale dei popoli, che é ricchezza a disposizione di tutti; un'altro discorso é la deportazione di milioni di persone perseguiti da guerre, carestie, o spinti da interessi economici. Di popoli costretti ad abbandonare la propria terra per via di un disegno ben preciso ardito non si sa bene da chi, ma non é difficile intuirlo, considerando chi agevola "l'invasione" dell'Europa e dei paesi cosiddetti ricchi.

É bella la nostra costituzione: -la piú bella del mondo- dicono molti che non né conoscono altre; ma non é questo il punto saliente: sono belle e molto umane anche le leggi internazionali rappresentate dalle Nazioni unite. A che serve peró, mi domando, l'articolo tre della costituzione se poi c'é chi lo calpesta in ogni occasione. Solo rappresentate purtroppo.
E chi la calpesta la nostra costituzione. chi sono? Non sono certo quanti vogliono mettere fine alla deportazione africana, e che la subisce di riflesso dovendo conviverci; questo pare chiaro a tutti, spero.
Chi la calpesta é chi li lascia partire dalle loro case senza fare nulla per farli restare; chi la calpesta sono chi rimane a guardare con potentissimi binocoli; dal cielo e da terra, mentre attraversano il deserto e dove tanti muoiono nelle sabbiose dune bollenti senza acqua e senza cibo; chi la calpesta poi sono chi gli ammassa nelle coste nord africane: (Libia, Tunisia, Marocco, Algeria, Egitto) in dei lager fognosi e puzzolenti, dove questi disperati sono soggetti a ogni sorta di malattia, Chi la calpesta sono chi gli tortura, chi gli sevizia, e chi gli violenta, e chi sá e stá a guardare aspettando che poi vengano messi su imbarcazioni fatiscenti e abbandonati al mare, dove poi li va a "salvare" perché deve far passare tutto come salvataggio, come atto eroico da portare in vanto d'avanti all'opinione pubblica internazionale, e dove per avvalorare la loro importanza e presenza nel mediterraneo, spesso qualche imbarcazione viene lasciata al proprio destino fino a che il sacrificio di questi disgraziati viene compiuto. La calpesta chi dopo averli salvati li tiene prigionieri in centri di "accoglienza" (in effetti dalle prigioni passa poca differenza ) con il solo scopo di spillare denaro pubblico all'Europa e ai paesi singoli; la calpesta chi poi gli abbandona al proprio destino, dove diventano delle mine vaganti, liberi e incontrollati, soggetti a ogni tipo di malaffare;La calpesta chi gli sfrutta dall'alba al tramonto per qualche euro al giorno; la calpesta chi permette che questi vivano emarginati nelle periferie, nei centri storici, e in ruderi abitativi improvvisati costruiti con materiali riciclati nelle numerose discariche abusive. segno di incuria e di inciviltà nostrana.
Come vedete é lunga la lista di quanti vengono a meno con i concetti che l'articolo tre della costituzione, sancisce, e tutto in nome di un Dio denaro, non certo in nome dell'ospitalità
´e dell'uguaglianza.

venerdì 15 giugno 2018

A chi giovano i dazi di Tramp?

L'immagine può contenere: 1 persona, strisceTrump annuncia i dazi ( nella "stangata" iniziale di 50 miliardi ) alla cina e al mondo, sulle merci e in particolare sull'acciaio e sull'alluminio.
La misura cautelativa in favore del mercato USA , non va a incidere direttamente sull'economia Cinese, ma bensì sull'Europa, e di questo Trump e sufficientemente consapevole. Quello che non prevede, invece, é il rischio che tale azione torni dritto a incidere negativamente sugli interessi propri.
Quando decisero di dare una mano alla Cina nella sua fase di sviluppo quasi tutte le acciaierie tedesche e altri comparti del miglior fiore della metallurgia tedesca dislocò in Cina:
( per capire meglio le dimensioni di tale operazione, portarono via anche le strutture, fino alle fondamenta, che ospitavano gli altiforni, etc. ).
Così fecero anche altri paesi industrializzati del vecchio continente, fra i quali anche l'Italia; e tutti attratti dal basso costo del lavoro.
Insieme dislocarono anche tantissimi specialisti dei vari settori, dirigenti etc., per insegnare i cinesi nelle nuove mansioni.
Insomma per farla breve i dazi faranno peso, oltre che su tanti paesi dislocati nei quattro continenti, in fase di crescita e di sviluppo, incideranno particolarmente anche sull'Europa, che ancora patisce, ed é indebolita marcatamente dalla dislocazione dell'industria, dal che subirà anche la perdita del ritorno economico derivante dagli accordi bilaterali fra Cina e Europa.
Cade invece bene la Cina che non é piú un paese in via di sviluppo, ma bensì é un paese competitore, e a tutti gli effetti fra i primi al mondo; e questo comporta sicuramente una reazione efficace che destabilizzeranno i mercati a tal punto che per l'amministrazione Trump potrebbe rivelarsi un Boomerang...

sabato 14 aprile 2018

Giusto per fare una riflessione


Il m5s che cambia per via di un processo evolutivo naturale e obbligatorio. Molti lo vedono come tradimento, ma non é cosí...

Rispondo a quanto hanno detto o scritto che il M5S é a fianco della triade che ha attaccato la Siria, e che sia in concordia con l'opzione militare.
app-facebook : Luigi Di Maio * 6 ore fa *** Siamo preoccupati per quel che sta accadendo e riteniamo che in Siria occorra accelerare con urgenza il lavoro della diplomazia, incrementando i canali si assistenza umanitaria. L'uso di armi chimiche, come ho già detto, è intollerabile ma mi auguro che l'attacco di oggi resti un'azione limitata e circoscritta e non rappresenti invece l'inizio di una nuova escalation. Restiamo al fianco dei nostri alleati, soprattutto perché in questa fase delicatissima credo che l'Ue debba avere la forza di farsi vedere compatta e unita, anche nell'invitare le Nazioni Unite a compiere ispezioni sul terreno in Siria affinché si accertino le responsabilità sull'uso di armi chimiche da parte di Assad. Su questo aspetto, in particolare, mi auguro che anche il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si mostri coeso.
In base poi a quanti dicono che il M5S é cambiato rispetto al rapporto con l'Europa, con l'Euro, con la Nato, con gli alleati del patto Atlantico etc..
Intanto il M5S non ha mai fatto cenno, né ha fatto dichiarazioni ufficiali, che le sue politiche programmatiche rispetto le istituzioni citate, siano cambiate. Anzi c'é molto lavoro da fare, molto da chiedere, molto da cambiare in politica internazionale, e non credo che il M5S in quanto ha maturato in serbo, si tirerà indietro.
Vorrei per tanto porvi la questione anche sulla base di quanto segue in modo da capire che il tutto non si risolverà entro i cinque anni di una sola legislatura. La cosa importante é dare vita al nuovo processo progressivo di cambiamenti di scelte che portino alla centralità dei programmi e delle leggi, gli interessi dei cittadini.
Ci sono forze maggiori a cui tutti si inchinano una volta raggiunto un livello di commando. é un mistero me é così, e lo é per tutti, anche per i presidenti delle maggiori forze armate del mondo. Esistono delle entità al di sopra di tutto e di tutti; al di sopra dei governo, al di sopra della potenza delle armi a disposizione degli uomini. Dal congresso americano spesso sono stati diramati ordini della quale nessuno ha mai votato, nessun parlamento dei governo sovrani che governano le Nazioni ha mai approvato. Come già detto, é un mistero, ma ogni cosa nel mondo si muove intorno a questi voleri misteriosi.
Di Maio, insieme al M5S non farà eccezione. Qualcuno, visto il consenso popolare acquisito, é già andato dai vertici e gli ha messi al corrente su quali siano le linee tracciate da seguire, cui tutti dovranno attenersi.
Anche Trump in campagna elettorale diceva di ripudiare la guerra, l'uso delle armi; ora che é al potere della maggiore potenza nucleare mondiale, ma si trova a dare gli ordini per bombardare un'altra Nazione, si trova a fare anche lui la guerra che ripudiava.
Questo dovrebbe farci riflettere, perché il misterioso potere occulto che domina il mondo é lo stesso che domina sui mercati, sul potere delle banche, quindi sul potere economico delle stesse etc.. Dal che mi viene spontaneo pensare che non sarà facile quando il M5S si troverà a discutere con l'Europa queste tematiche, perché é allora che avremo davanti gli emissari di questi poteri occulti che a quanto pare hanno deciso di spianare i diritti civili in modo da avere facile presa sul condizionamento delle masse per portarle a comportarsi come vogliono loro secondo il loro altrettanto misterioso modello sociale su larga scala, e pare su lunga durata; e che é ancora alle fasi iniziali di tutto il programma.
É un processo che forse durerà qualche centinaio di anni per cui il finale non é dato a sapersi, non é necessario che tutti sappaiano, perché nessuno capirebbe.
Da questo punto di vista quindi, il M5S sembra avere cambiato rotta, ma in effetti ha solo cambiato approccio per prudenza conoscendo meglio l'entità del "mostro" con cui si ha a che fare, con cui bisogna trattare per fare in modo che dalle rigide regole ( torno a dire; di mercato globalizzato, e di dittature economico bancarie ), cedano a concessioni per migliorare i livelli di vivibilità in Italia e nel mondo. Un invito solo alla riflessione con la mente aperta, perché queste mie citazioni sono argomenti da vedere e analizzare con una giusta ottica...

sabato 10 marzo 2018

Quella falsa Sinistra sconfitta che non si arrende

l PD incapace di ragionare e di capire. Vogliono ricostruire la sinistra italiana; o meglio l'ideale che rappresenta come modello di convivenza civica, ma che in effetti aspetta solo una giusta interpretazione sin da quando Enrico Berlinguer ha lasciato questo mondo.
Aspetta soprattutto uomini impeccabili nell'onestà e nel perseguire scelte politiche imparziali e nell'interesse di tutti. Alla batosta elettorale che era giá stata annunciata neppure credevano, o per lo meno non in quelle proporzioni; e ciò nonostante, forse abituati e convinti dalle prepotenze a effetto resurrezionali, presuntuosamente contano ancora di servire al paese, indipendentemente dal risultati elettorale che invece li vuole mettere fuori dai giochi. Per questo a questi uomini scaltri, che hanno perso ogni cognizione rispetto alle esigente del popolo la quale erano chiamati a governare, importava e importa veramente poco. Non hanno capito però che non c'è piú da costruire nulla, ma sono loro che sono inadeguati, sputtanati ormai, e dovrebbero farsi da parte. I cittadini lo hanno detto chiaro in cabina elettorale; niente: vogliono riorganizzarsi, vogliono aguzzare le tecniche persuasive, e ripartire all'attacco alla conquista del potere, il resto non conta per loro. Il dissenso é come se non fosse a causa della loro condotta, dei loro intercorsi, dei loro scandali, delle loro promesse non mantenute, delle infinite prese per il culo.

É forse di Sinistra Renzi? É quanti lo seguono credete siano di Sinistra? Niente affatto, sono tutti di destra, che insieme a Romano Prodi fondarono ( dopo che Tangentopoli decreto la fine della prima Ripubblica scombussolando la stabilità dei partiti, e tutti invischiati avario titolo nella colossale inchiesta, che decretò la fine dell'intoccabilità dei colletti bianchi) una corrente antagonista posizionandosi al centro Sinistra; lo chiamarono "L'Ulivo", anche se di Ulivo questa grande ciurma assortita proveniente dalle maceri dei partiti, non aveva nulla, e infatti come nulla durò poco. Cambiarono sigla diventando poi il "PD" di Sinistra (..come se bastasse cambiare sigla per diventa migliori... ); che nel tempo poi corrodendone le fondamenta giorno dopo giorno né cambiarono i connotati, e poi la distrussero frantumandola e annientandone la stessa identità.

Il socialismo italiano non esiste piú, il PCI é morto e sepolto; inutili sono stati i tentativi dei nostalgici divisi in sparuti gruppi di ricomporne i cocci, figuriamoci se ci possono riuscire questi personaggi scaltri notoriamente orientati a destra per loro naturale formazione ideologica, che tende quindi a pensare a loro stessi, e ai gruppi elitari di appartena, che al bene dell'intero paese.

I veri comunisti italiani non avevano piú posizioni importanti di rilievo, tanto meno decisionali, all'infuori di quanti avevano tradito gli ideali (solo per fare un nome Il presidente emerito delle Repubblica Giorgio Napolitano, che ancora oggi tesse la rete relazionato ai vari gruppi che si spartiscono importanti posizioni di influenza e di comando all'interno delle istituzioni, indipendentemente dalle stesse regole istituzionali che dovrebbe difendere. Il nuovo Re, la nuova nobiltà oligarchica super-partes che decide a parte tutto il resto, e la volontà dei cittadini.Se questa non é mafia) permettendo la fusione degli stessi ideali con i nuovi intrusi, che fecero poi da collante in tutte le alleanze future (gli eterni inciuci) che permise a tratti che destra e Sinistra non vi furono piú differenze.

Oggi, per tanto, dovremo celebrare il funerale di entrambi , che permetterebbe anche alla terza Repubblica ( questa si, priva di influenze e di collegamenti diretti con il sistema partitocratico defunto ) di governare il paese sulla base di nuove fondamenta, e sulle vere esigenze della gente.

Purtroppo però ancora abbiamo un mondo di zombie affamati che non trovano la pace della resa, non la accettano e non capiscono che sono politicamente morti. Come possono questi cadaveri puzzolenti ricostruire un modello di convivenza civile, di competizione con se stesso e con il mondo dopo che lo hanno loro stessi distrutto?

Di Barolus Viginti



martedì 6 marzo 2018

Italia divisa in due dopo voto. Sará proprio cosí?



I media hanno giá diviso l'Italia in due: Sud ai 5 Stelle, Nord alla Lega. É così che ipnotizzano l'opinione pubblica, invece le cose non stanno proprio cosi: il M5S ha avuto consensi anche al Nord, e tanti stando ai dati non é che la Lega ha stravinto, infatti salvo due regioni il M5S gli stá dietro, quasi lo incalza. Allora perché i media la girano sulla divisione? É semplice, serve per dire che il Sud ha votato 5 stelle perché attirati dal reddito di cittadinanza ( come se a Nord le masse deboli non né fossero attratti ). Insomma quello che né esce é ben calcolato (il potere costituito ci ha sempre marciato su queste accuse menzognere, e usarle per reprimere e negare i diritti civili); dal che " tradizione" vuole che il Nord sia sempre piú laborioso, contribuente e produttivo del resto d'Italia (altra falsità occultata nella loro disonestà). Il Nord sempre meglio del resto d'Italia: tutti gli altri sono Terroni, mafiosi, camorristi, mafiosi, oziosi, pecorai, incivili e chi né ha piú né metta. Insomma ci hanno fatto sempre intendere che il Sud senza il Nord morirebbero di fame; ed ecco il Sud puntualmente approfitta, si rivolta nella sua oziosità e corre sempre verso la manna dal cielo. Fortunatamente la realtà é ben diversa e la gente né é sempre piú consapevole. Lo dimostra la ricerca continua di giustizia sociale ( altro che assistenzialismo come ce lo vogliono fare intendere ). Il bisogno del Sud e dell'Italia, dunque, é il bisogno della presenza dello stato a livello sociale, che assista, che protegga, che dia garanzie, che tenga cura del territorio, che partecipi e finanzi lo sfruttamento naturale delle risorse e le distribuisca equamente, che tenga alla salvaguardia dell'ambiente e che tenga alla formazione di un tessuto sociale forte. Il Sud vuole diritti, i diritti che gli sono stati sempre negati; ma soprattutto vuole giustizia e buoni esempi giá da quando gli uomini e le donne entrano in età scolastica: vuole formazione, vuole impegno e vuole costanza nel portare avanti i principi basilari del buon vivere. Questo vuole il Sud e il resto dell'italia; e non chiamiamolo assistenzialismo per favore, perché si tratta di diritti, molti dei quali sono stati aboliti, negati. Avere un tessuto sociale forte é segno di civiltà, é segno di Stato forte, e segno di sovranità, e segno di giustizia; non é segno certo di assistenzialismo elemosinato da chi dovrebbe invece invece fare il contrario ringraziando il popolo per la posizione di prestigio in cui sono stati collocati tramite il consenso elettorale. E per concludere: abbiate almeno onesta intellettuale quando parlate e scrivete del vostro paese e del popolo: non usate vigliaccamente la penna, la parola o la tastiera per commettere incongruenze, ingiurie, falsità per plagiare l'opinione pubblica. Piuttosto ringraziate dalla mattina alla sera perché in un'altro paese con questo tipo di condotta il diritto di vivere lo avrebbero levato a voi tutti.
E con questo voglio aggiungere quanto segue in modo da capire meglio cosa comportano certe abitudini che per molti e diventato consuetudine, e in tal caso veri e propri diritti; ovvero il diritto di ingannare, diritto a essere meglio per senso di appartenenza elitaria, diritto di schiacciare ogni altra volontà. Questa la complicità malsana dove nascono tanti mali che affliggono lo stato, e dove in sicurezza, protetti da questi complici asserviti, mettono in atto qul meccanismo di corruzione che affascina un po tutti ammaliati dai facili guadagni guadagni senza per altro faticare tanto. É la categoria ignobile dei corruttori e dei corrotti, e di quegli che falsano la realtà delle cose.
La corruzione nell'ambito istituzionale é un reato da trent'anni di galera; finché non si applicano dei severi provvedimenti l'Italia non puó essere mai risanata...In Cina con corrotti e corruttori a danno dello stato, risolvono con una pallottola che poi viene fatta pagare ai parenti. In Giappone chi si sporca dei medesimi disonori viene giustiziato, mentre una volta erano costretti a fare karakiri. Insomma in tutto il mondo piú o meno chi fa man bassa di beni pubblici viene punito severamente; mentre in Italia invece per questa categoria di persone indegne é un paradiso dorato.. BASTA; LO STATO DEVE FARE DELLE LEGGI ADEGUATE. NON DICO CHE VENGA LORO TAGLIATA LA MANO DESTRA; MA TRENT'ANNI DI GALERA SONO NECESSARI, E SENZA SCONTI!!! 

Di Barolu Viginti

mercoledì 3 gennaio 2018

Che le buste da spesa siano la goccia che fa travasare il vaso?

L'immagine può contenere: una o più personeCostano 15 Cent. la comprate una volta e puó durare anche un'anno volendo. Se poi a fare la spesa ci andate con l'auto i sacchetti non servono, bastano delle scatole di cartone da tenere nel cofano, tanto all'auto ci potrete arrivare con il carrello.
Anche se ha ragion di causa e imposizione si fa un sacco di casino per una busta quando poi la soluzione é semplicissima.
Il vostro denaro lo dovete tutelare sempre, e soprattutto si devono spendere in modo giusto; quindi é giusto non regalarli a chi studia per fregarvi...
Ma il problema vero é che Magari poi tornano i marpioni veri e credete a tutte le promesso che fanno per farsi votare ancora; per non parlare di quegli che sempre in agguato i schei ve li fregano davvero e tanti, ma tutti ignorano...
Comunque se ci voleva la fregatura delle buste da spesa per fare insorgere gli italiani va pure bene, ed era ora... -ma perché non sono andati a rompere il culo ai banchieri, alla boschi, al padre, insieme a quello Renzi e lui medesimo, a Berlusconi che ancora si permette di prendere per il culo un'intero paese, e tutti gli altri che hanno fatto del sistema pubblico fonte delle loro ricchezze, e quindi hanno fatto del peggio?- é uno di quei misteri italici che mi arrovellano il cervello. D'altronde cosa ci si puó aspettare in un paese dove si pensa che sia tutta colpa dei comunisti ( che non hanno mai governato, e da tempo sono pure scomparsi ) solo perché lo dice il Berlusca e l'intera destra, quella si la mamma di tutte le tresche e trame, e di tutte le stragi del dopo guerra in poi.
Ma sarebbe meglio nella favola dei puffi invece di farsi inquinare la mente dalla semantica illusionista e truffaldina di certa classe di criminali che tengono per i coglioni una buona parte degli italiani?

Di Barolus Viginti