Me né sono reso conto vedendo il rapporto del Franco Svizzero con l'euro, che é di pochissimi centesimi quasi alla pari, e guardando una busta paga di un lavoratore dipendente Svizzero. In Europa se lo sognano purtroppo e per molti le cifre in busta paga eguagliabili alla Svizzera solo a un lontano ricordo.
Ci hanno schiavizzato e inserito in contesto dove non esistono piú scale gerarchiche sociali, se non quelle di chi dall'alto manovra tutto. Esistono loro, éliti privilegiate al comando, e il popolo che deve solo contribuire per un sistema che ha chiuso il flusso libero del denaro e delle realtà economiche: funziona solo ció che loro hanno unto, il resto si deve barcamenare nel solito arcaico sistema che é quello, prima di tutto " della preghiera" ( altro modo per tenere su un sistema collaudato e funzionale che plagia i plagia popoli ) poi della solidarietà caritatevole reciproca ( ma guarda caso anch'essa gestita dall'alto ) dove per estremi, negli estremi delle comunità dove si inventano, ma in realtà esiste da sempre, un circuito economico autonomo in cui da esclusi riadattano il mercato alle loro possibilitá, in uno scambio di servizi in cui molti spesso ricorrono al baratto... Viviamo in tempi di abbandono; se non interessi e non c'è da spremere nulla, lasciano tutto alla buona o cattiva sorte. Ma loro illusoriamente la chiamano libertà, eccesso di democrazia, l'ha chiamata qualcuno, perché ha dedotto che nonostante tutto la gente puó ancora pensare e decidere; se non é un istinto da cinico criminale cosa puó essere uno che parla in quel modo del sistema...
-É nell'agire quindi che i cittadini debbono apportare dei perfezionamenti, poi per il resto mancherebbe veramente poco-
Di Barolus
Segue l'interviste a Diego Fusaro:
Il Brexit come un grande momento di democrazia, dove il popolo ha finalmente avuto la possibilità di decidere sul proprio futuro. Una democrazia che purtroppo manca nel resto dell’Europa, come sottolinea Diego Fusaro, uno dei più promettenti filosofi europei, in grado di mettere a tacere con le sue brillanti argomentazioni alcuni tra i più noti politici italiani, smascherando i loro piani al servizio dei poteri forti…
Cosa ne pensa della votazione sul Brexit?
E’ l’espressione democratica di una popolazione che si è stufata dell’UE e di chi ha il potere in Europa. Ma secondo le mie previsioni, v’è poco da stare allegri. Come con la Grecia nel 2015, anche ora si troverà il modo per impedire alla Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea. State pronti. L’élite feudale e oligarchica accetta la democrazia solo quando il popolo segue le sue indicazione. Quando si crea un contrasto, questi poteri forti cercano di affossarla con ogni loro mezzo.
Quindi c’è chi sta cercando di impedire che il Governo britannico rispetti la volontà popolare?
Lo stanno già facendo, sostenendo che il Leave è stato votato dai vecchi e dai populisti, offendendo i lavoratori inglesi dicendo che addirittura non avrebbero capito su cosa stavano votando. A mio giudizio ci sono forti possibilità che si rifaccia il referendum. Di certo Bruxelles farà di tutto per tenere l’Inghilterra dentro l’UE, facendola sembrare quasi una concessione benevola. Non è un caso tutta questa improvvisa fretta di Juncker, Schulz e Merkel nel chiedere l’applicazione tempestiva del Brexit…
Ci sono esponenti politici che accusano la Gran Bretagna di un eccesso di democrazia.
Ha peccato di «troppa democrazia», come senza ritegno ha avuto il coraggio di sostenere l’ex premier Mario Monti, dando peraltro voce alla tendenza reale dell’Ue, ossia al drastico svuotamento di democrazia che essa sta sempre più comportando. La Gran Bretagna per prima ha avuto il coraggio di spezzare le sbarre di questa gabbia finanziaria chiamata pudicamente Unione europea, negazione reale della storia d’Europa e della democrazia reale legata
all’esperienza degli Stati sovrani nazionali. Ma d’altronde da personaggi come Mario Monti, uno specialista nell’ignorare la democrazia, non ci si poteva aspettare altro. Bisogna altresì riconoscere che in fondo è stato coerente con il suo agire…
Ma la democrazia può davvero essere un limite, lasciando che il popolo voti su questioni che non può capire fino in fondo?
Non ci sarà mai troppa democrazia anzi, forse ce n’è troppo poca. Una democrazia che peraltro non è quella che siamo soliti immaginare, ma più secondo l’immagine greca aristotelica dove si alterna il governare e l’essere governati. Ma citare certi modelli di società e di politica di fronte ai personaggi che governano l’Europa non è altro che un gesto dadaista.
L’Unione Europea è un fallimento?
Dipende dal punto di vista. Per l’élite oligarchica è il più grande successo di sempre. Se invece parliamo dei cittadini e dei loro diritti, del lavoro, della democrazia.. beh, in questo caso è senza dubbio un fallimento. Siamo nel bel mezzo di una “Seconda Restaurazione”, un’ottima definizione del filosofo francese Alain Badiou, organizzata dalle forze neoliberali scatenatesi dopo la sciagurata data del 1989. L’Unione Europea è l’esito di questa involuzione restauratrice, una vera e propria “rivoluzione passiva” con cui i dominanti rinsaldano il loro dominio: e lo fanno – sempre dietro il nobile nome dell’Europa – rimuovendo i diritti sociali e del lavoro, aumentando le differenze sociali, distruggendo i popoli e i diritti alle differenze. Se non reagiamo in fretta, presto sarà troppo tardi. Se non lo si contrasta, il capitale si prende tutto.
Lei ha sostenuto che siamo di fronte a una lotta di classe 2.0.
Si e stanno vincendo le classe dominanti. L’ho detto e lo ridico: il nemico oggi non si chiama Islam, né fascismo; non si chiama comunismo, né cristianesimo; non si chiama destra, né sinistra. Il solo vero nemico oggi si chiama economia capitalistica o, se preferite, monoteismo del mercato, fanatismo economico, dittatura dei mercati, integralismo del debito. Con il libero scambio sono stati massacrati i più deboli, con le multinazionali che hanno spazzato via le eccellenze locali giocando al ribasso con i lavoratori.
E con TTIP tra Unione Europea e Stati Uniti la globalizzazione rischia di fare danni ancora peggiori.
L‘Europa diventerà una colonia americana, con danni irreparabili. Il TTIP è il trionfo del capitale assoluto e della competitività senza misure e – è il caso di dirlo – senza frontiere. Esso favorirà il libero scambio ancor più di oggi tra i paesi che lo firmeranno e le pene saranno draconiane per chi non lo rispetterà. L’obiettivo non celato è quello di conferire maggiore potere alle imprese, ossia alle multinazionali e ai globalisti della delocalizzazione deregolamentata. Con il TTIP verrà posta in essere una immensa “free zone” di libero commercio di merci e servizi: in essa non saranno più validi i limiti che attualmente valgono nei singoli Stati; limiti che – ricordiamolo – sono spesso altrettante conquiste ottenute a suon di battaglie e di lotte per la difesa dei diritti sociali e del lavoro, per la tutela della salute e dell’ambiente.
Tra i suoi pensatori di riferimento c’è Antonio Gramsci: ma non è un paradosso che molti principi di un filosofo comunista vengano oggi presi d’ispirazione più da partiti euroscettici riconducili alla destra che dalla stessa sinistra italiana?
Nei partiti euroscettici militano alcuni personaggi con cui è impossibile discutere seriamente, dato che utilizzano la scusa dell’Europa per nazionalismi beceri. E’ però vero che bisogna andare al di là dei sovranismi e dei globalismi, con un vero internazionalismo che sia un rapporto tra nazioni, con le loro culture e le loro storie che si incontrano pacificamente e ritornare alle proprie sovranità democratiche, uscendo quindi dall’UE.
Sembra quasi un appello a tornare prima della nascita dell’Unione Europea: si stava meglio quando si stava peggio…
Ovviamente non bisogna tornare troppo indietro, perché si rischia di tornare agli anni ’30 e ’40, tutt’altro che gloriosi. Ma bisogna riconoscere che tra gli anni ’70 e ’90 c’era uno stato sociale abbastanza marcato, si poteva comunque girare per l’Europa con la carta d’identità e soprattutto non si era in guerra, come invece lo siamo adesso con una continua belligeranza economica tra nazioni: basti vedere i rapporti tra Grecia e Germania per capire cosa intendo.
Lei è stato recentemente a Lugano per partecipare a Poestate, in un dibattito sulla liberà, in particolare quella del singolo, in rapporto al mercato economico, nell’era della globalizzazione…
La Svizzera è un’isole felice per due motivi: intanto perché è fuori dall’Unione Europea e in secondo luogo perché è un territorio dove ancora vengono applicati i principi democratici. come sostiene Aristotele, la democrazia si esprime al meglio come appunto succede nella Confederazione. Spero rimanga lontana dall’UE! Partecipare a Poestate, un festival espressione di grande libertà e autonomia, è stato un onore: oltre al premio molto gradito, per il quale ringrazio Armida De Marta, ho avuto l’opportunità di dibattere con un personaggio come Marcello Foa, con cui è stato un piacere esprimere le mie visioni, sebbene diverse dalle sue. Ma d’altronde questo è il bello della democrazia…
Mattia Sacchi